“Accendi il cervello e poi il motore”, insieme studenti e famiglie delle vittime della strada

 
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L'iniziativa al teatro "Eschilo"

Gela. “Accendi il cervello e poi il motore” è lo slogan che gli studenti della città hanno voluto portare oggi alla manifestazione in occasione della giornata in memoria delle vittime della strada. Sul palco con indosso i caschi e uno striscione gli studenti hanno organizzato un flash mob per puntare i riflettori su questo messaggio che li vede protagonisti. Sulle strade italiane ogni tre ore muore una persona. A livello globale si tratta della principale causa di morte per bimbi e ragazzi.
“Rispettare le norme della strada e riconoscere la propria vita e quella degli altri come doni inestimabili. Insieme alle famiglie delle vittime vogliamo puntare i riflettori sull’importanza della vita, sul rispetto di sè stessi e degli altri attraverso il rispetto delle regole del codice della strada”, ha dichiarato l’assessore alla polizia municipale Giuseppe Licata. “I ragazzi devono capire che non è solo il casco che gli salva la vita. Devono stare attenti, non devono bere e non devono fare uso di sostanze che possano compromettere i loro riflessi. È fondamentale che capiscano che di vita purtroppo c’è ne solo una e che no ritorna indietro”, ha affermato Grazia Martines, mamma di Salvatore Costarelli, giovane vittima della strada.

Stamattina al teatro “Eschilo” insieme agli studenti erano presenti le famiglie delle vittime locali della strada che hanno ascoltato la testimonianza di Graziella Viviano, architetto romano e mamma di una vittima della strada che da 13 anni lotta per la sicurezza stradale nel nostro paese.

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