Accordo di programma, ministeri prorogano: “Altri 36 mesi per gli investimenti”

 
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Gela. C’è voluto molto più tempo del previsto. A quattro giorni dall’election day, il governo nazionale ancora in carica quasi si congeda prorogando l’accordo di programma. L’atto integrativo è stato emesso dai ministeri competenti, ad iniziare da quello dello sviluppo economico. Altri trentasei mesi, per cercare di sfruttare fondi per circa 21 milioni di euro. Sono quelli che il governo nazionale e la Regione, già mesi fa, avevano confermato. Nessun aumento degli stanziamenti, come era stato inizialmente ipotizzato. Il fondo, già al momento della firma dell’accordo di programma, successivo alla riconversione green di Eni, è stato ritenuto insufficiente per un’area di crisi che comprende oltre venti Comuni, con Gela capofila. L’amministrazione comunale ha continuato a tenere contatti con gli uffici ministeriali, per cercare di arrivare all’atto integrativo. Il senatore Pietro Lorefice ha fatto da tramite istituzionale, con continue interlocuzioni. Fu proprio il senatore grillino, in commissione industria, ad approfondire insieme agli altri parlamentari il caso della mancata attuazione dell’accordo per Gela, impegnando il governo alla proroga. Dopo quattro anni dalla firma e ad otto anni dalla stipula del protocollo d’intesa per la riconversione Eni, gli investimenti sono rimasti al palo. Solo un progetto, quello del packaging Brunetti, ha superato il vaglio di Invitalia e ieri il Comune ha rilasciato l’ultima autorizzazione.

Con la proroga, bisognerà accelerare sugli investimenti, in attesa di un nuovo bando per accedere ai finanziamenti, con vincoli meno stringenti rispetto ai capitali iniziali delle aziende. Il sindaco Lucio Greco e l’esperto Pietro Inferrera hanno più volte avuto incontri per l’accordo di programma e furono sentiti in commissione industria al Senato. Per l’amministrazione, l’accordo di programma deve fare il paio con il Contratto istituzionale di sviluppo, sul quale si aspetta il via libera definitivo sempre dal governo. Strumenti da integrare alla Zona economica speciale, già attivata. Ora, però, servono riscontri veri, a partire dagli investimenti.

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