Accordo di programma, bozza di rinnovo in Comune: 25 milioni mai diventati investimenti

 
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Gela. Predisposta dagli uffici del Ministero dello sviluppo economico e poi sostanzialmente confermata da quelli della Regione, ora la bozza del rinnovo dell’accordo di programma è arrivata in municipio. La Regione, sul finire dello scorso anno, ha confermato il fondo da dieci milioni di euro per la “riconversione e riqualificazione produttiva nell’area di crisi industriale complessa di Gela”. Dal governo, invece, vengono garantiti i circa quindici milioni iniziali, con fondi interni e non più dell’Ue. Un totale di poco meno di venticinque milioni di euro (con una minima parte già destinata all’unico progetto selezionato da Invitalia ma che non risulta essere ancora a pieno regime). Nei prossimi giorni, il sindaco Lucio Greco, il settore sviluppo economico (retto dall’assessore Terenziano Di Stefano) e probabilmente anche l’ingegnere Pietro Inferrera (che ha seguito l’iter insieme al primo cittadino), avranno modo di approfondire i contenuti della bozza, che è stata trasmessa al dirigente Antonino Collura. Anche la giunta dovrebbe esprimersi. L’accordo di programma, che dopo quattro anni non ha generato alcun investimento pratico sul territorio, è scaduto nell’ottobre dello scorso anno. La commissione industria del Senato ha rilasciato una risoluzione, che tra le altre cose impegnava il governo Draghi a confermare i fondi ma anche a prorogare l’accordo di programma.

Senza rinnovo, infatti, i venticinque milioni rischierebbero di finire su altri capitoli d spesa. In realtà, questa dotazione finanziaria è sempre stata giudicata insufficiente, per un’area di crisi che, oltre a Gela, annovera più di venti Comuni. Non è così chiaro se ci siano concrete possibilità di apportare variazioni all’accordo di programma, che fu firmato ufficialmente nel 2018. Sicuramente, il contenuto della bozza, che stando alle indicazioni dovrebbe assicurare una proroga di trentasei mesi, verrà letto con attenzione. L’area di crisi e l’accordo di programma, potenzialmente, avrebbero dovuto contribuire a tirare fuori il territorio dalle sabbie mobili della crisi, dopo la scelta di riconvertire la fabbrica Eni. Progetti e investimenti veri, a parte quelli della stessa Eni, non se ne sono visti. Sarà comunque necessario procedere alla proroga, purché nei prossimi tre anni si riesca a concretizzare qualche vero investimento, sfruttando le somme del governo e della Regione.

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