Accordo di programma fallimentare, sindacati: “Territorio abbandonato…fatto solo per chi aveva già i capitali”

 
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Gela. Il flop dell’accordo di programma, che rischia di far svanire nel nulla i venticinque milioni di euro destinati all’area di crisi complessa (che ricomprende Gela e oltre venti comuni dell’area nissena e di altre province), era stato quasi preannunciato dai sindacati. Pochi i fondi messi a disposizione dal governo nazionale e dalla Regione e soprattutto parametri di accesso praticamente blindati. Senza un ingente capitale, già a disposizione, proporre progetti, nonostante la trafila avviata da Invitalia, si è rivelato inutile. Anche quei pochi che hanno resistito alla “tagliola” iniziale, potrebbero non vedere mai i fondi. Pochissimi posti di lavoro (almeno potenziali) e investimenti che di sicuro non saranno decisivi nell’invertire la rotta della crisi. Anche il vicesindaco Terenziano Di Stefano ha parlato di “un fallimento”. “Fa piacere che anche questa amministrazione comunale abbia preso atto dell’esiguità dei fondi e dell’inadeguatezza del bando – dicono i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil – lo avevamo detto in tempi non sospetti, quella dotazione di capitali poteva avvantaggiare solo imprenditori, che magari si sarebbero voluti reinventare, dopo fallimenti o cessazioni di precedenti attività. Sono stati tagliati fuori i giovani e piccoli imprenditori, che di certo non potevano contare da subito su una base di partenza da almeno un milione di euro”. Accordo di programma e area di crisi complessa sono stati continuamente tirati in ballo dalla politica, come nuovi “arieti” economici, per sfondare il muro della crisi. Alla fine, solo un clamoroso nulla di fatto, con appena due progetti che, forse, arriveranno a vedere la luce. “Questo territorio – dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – si conferma abbandonato dai livelli superiori, Regione e governo. Recuperare lo strumento dell’accordo di programma? Ci vorrebbe un tavolo al ministero, che però non sembra tra le priorità di nessuno”.

Anche dalle fila del Pd, che oggi a livello locale fa parte dell’amministrazione del sindaco Lucio Greco, arrivano messaggi piuttosto eloquenti. “Quando venne firmato l’accordo di programma a Roma – spiega il segretario cittadino dem Peppe Di Cristina – parlai di una mancetta per questo territorio e così è stato. Quell’accordo, così come strutturato, non andava firmato”. A differenza della fase della firma, quando a Roma andò il commissario straordinario Rosario Arena e al governo c’erano Lega e Movimento cinque stelle, oggi i dem fanno parte del nuovo esecutivo Conte e potrebbero spingere per rivedere l’accordo. Ieri, il sindaco Lucio Greco e i vertici locali del Pd hanno incontrato il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, anche lui in quota Pd.

1 commento

  1. I Sindacati prima hanno svenduto l’occupazione con la chiusura della raffineria e ora vanno cercando aranci i nterra. Totale presa per i fondelli. Oggi con un ministro del sud e un vice ministro alle infrastrutture dovrebbero fare volare l’economia locale e la ripresa del protocollo d’intesa e in alternativa perdono solo tempo , naturalmente con il sindaco giusto.

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