Accusato di aver ordinato l’incendio della propria auto, Cassazione annulla condanna Interlici

 
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Gela. Era accusato di aver ordinato l’incendio della sua Smart, data alle fiamme diversi anni fa in via Apollo, a ridosso del centro storico. Per gli investigatori che si occuparono dell’indagine “Fuego”, il commerciante Niki Interlici avrebbe tentato di passare per vittima di estorsione. Il rogo avrebbe dovuto essere un avvertimento. Dopo la condanna di primo grado a due anni e sei mesi di reclusione (tra le contestazioni c’era anche la calunnia), la Cassazione ha annullato senza rinvio, indicando l’avvenuta prescrizione dei reati. In appello, c’era stata una riduzione a due anni e quattro mesi. Ai giudici romani si è rivolto il legale del commerciante, l’avvocato Flavio Sinatra. Già in primo grado, era caduta un’altra accusa, quella di aver commissionato l’incendio del magazzino che usava per stoccare abiti e merce da destinare al suo punto vendita. L’esercente ha sempre negato qualsiasi responsabilità, ma gli investigatori approfondirono il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche.

Ora, la sua vicenda processuale si chiude con l’annullamento e il riconoscimento dell’avvenuta prescrizione. In primo grado, l’assoluzione per l’incendio del magazzino era arrivata anche nei confronti di chi era accusato di aver fatto da tramite con un minorenne, incaricato dell’azione di fuoco.

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