Acque agitate nel Pd, Romano: “Dimissioni? no, svecchiamento culturale

 
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Gela. Nella città che esprime un presidente della Regione, un deputato regionale ed una giunta con una maggioranza in consiglio extralarge deve far riflettere lo scarso risultato elettorale ottenuto dal Pd.

Oggi tutti accusano tutti. Nessuno sembra voglia prendersi la responsabilità di quella che pochi considerano una sconfitta. Indice puntato contro il segretario provinciale Giuseppe Gallè e quello cittadino Carlo Romano. Dal sindaco ad alcuni consiglieri comunali, tutti invocano un momento di riflessione, confronto e dialogo. C’è chi si spinge a mezze frasi a chiedere le dimissioni di Romano, che come al solito non si scompone. Come nel suo stile ha già predisposto la convocazione dell’assemblea degli iscritti al Pd per venerdì 8 marzo in una sede da decidere.

Per lui non è un problema lasciare la segreteria, visto che è tra i pochi del Pd a non avere incarichi di sottogoverno del suo partito. Non è ancora il momento delle dichiarazioni di fuoco. Romano si limita ad annunciare che sta preparando una relazione sulla sua attività e su quella che è l’idea di un partito che non trova mai serenità. “Da parte mia posso solo dire che fino a quando saranno gli interessi personali a muovere gli iscritti per le competizioni le cose non cambieranno – dice – le politiche ne sono l’esempio. E’ chiaro a tutti che non è stato messo lo stesso impegno come per altre competizioni, mentre invece occorreva mandare un segnale forte proprio perchè c’è in gioco il futuro del Paese”.

“Vogliono le mie dimissioni? – si chiede Romano – e di cosa dovrebbero accusarmi. Di aver messo passione, voglia di cambiamento, di confronto con la base del partito? Io avevo ed ho una mia idea della politica ma se non torniamo a discutere dentro il partito, anche scontrandoci sulle cose da fare, non potremo crescere. Lo svecchiamento di cui si parla non deve essere anagrafico, ma culturale”. 

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