Addetti alla sosta in protesta ad oltranza, rischiano di non tornare a lavorare

 
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Lavoratori e sindacalisti protestano da mesi

Gela.Temono di perdere ogni piccola possibilità di tornare a lavorare e per questo da stamattina hanno deciso di protestare ad oltranza con un sit in all’ingresso del palazzo di città. Sono gli otto addetti alla sosta a pagamento disoccupati dallo scorso maggio, quando il servizio è stato revocato, e ora che hanno finito di percepire anche quel minimo di disoccupazione, sono in preda alla disperazione, dettata dalla possibilità di non essere assorbiti dalla ghelas multiservizi, partecipata del comune, a cui si sta procedendo ad affidare la gestione dei parcheggi a pagamento. Gli otto operatori, affiancati dal segretario della filcams CGIL Nuccio Corallo e dal segretario delle attività produttive della CGIL Emanuele Scicolone, sono disposti a tutto pur di non perdere la possibilità di rientrare a lavorare. Chiedono di essere assorbiti dalla Ghelas, e non si spiegano il perché non vengano integrati dato che il servizio che hanno svolto per 15 anni ha sempre e solo fatto fare cassa al comune. C’è preoccupazione, ma in questo momento a prevalere è la rabbia per le mancate risposte da parte del commissario straordinario, Rosario Arena. “Ci siamo anche sentiti dire di andare a mangiare alla mensa dei poveri, affermano, ma noi vogliamo solo tenerci la nostra dignità tornando a lavorare”. Fra gli otto manifestanti, c’è che ha più di 50 anni e chi ha già superato i 60, troppo giovani per andare in pensione, e troppo in avanti con gli anni per trovare un nuovo lavoro. Minacciano di non fermarsi a questa forma di protesta: “Non finisce qui, afferma il più anziano, Giuseppe Spadaro, siamo disposti a tutto e vogliamo risposte e tornare a lavorare”.

Alle ragioni degli addetti alla sosta, controbatte il commissario Rosario Arena, il quale, con molta franchezza, ha dichiarato che capisce la disperazione di queste persone, ma di fatto, non ha intenzione di cadere negli sbagli delle amministrazioni che lo hanno preceduto. “Sono stato chiamato qui per risanare i debiti accumulati dalle amministrazioni precedenti, ha affermato Arena, io sono il commissario di questa città e sono chiamato a fare il mio dovere, ad ogni costo. Non sono un politico e non è mia intenzione comportarmi come tale proprio ora e qua”. Arena è fermo nell’intenzione di sacrificare, se necessario, anche questi lavoratori, perché, come lui stesso ha affermato, e confermato dal dirigente al bilancio, De Petro, il servizio delle strisce blu, alle casse comunali ha prodotto zero euro. Ora il suo obiettivo è quello di risanare le casse e per questo ha dovuto fare una scelta e fra i mali ha scelto il  minore, e cioè, rialzare le sorti la città sacrificando quei servizi non obbligatori per legge. Nel caso specifico della gestione dei parcheggi a pagamento, sta rimodulando tutto il personale della Ghelas.  “Il commissario – dicono Nuccio Corallo e Emanuele Scicolone – aveva rassicurato sul fatto che questi lavoratori non avrebbero perso il posto. Riteniamo che anche con il passaggio alla Ghelas ci siano le condizioni per farli rientrare. Se ciò non accadrà, allora inaspriremo la protesta”. Gli otto addetti al servizio rischiano di allungare l’elenco dei tagli decisi dalla gestione commissariale.

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