Da Napoli a Butera per un’agricoltura sostenibile: “Non ho paura delle minacce”

 
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Butera. A Napoli, si occupava di fotografia pubblicitaria: da circa sei anni, a Butera, Mario Carbone coltiva terreni tra le contrade Bocca di fuoco e Vergina Maria, tutti contraddistinti dalle tecniche della permacultura.

Una volontà che, almeno all’inizio della sua esperienza, non gli è stato facile far comprendere agli agricoltori tradizionali e, più in generale, a chi ritiene di controllare il territorio.
“Proprio durante i primi mesi della mia permanenza – spiega Carbone – ho subito un vasto incendio, sono stati distrutti circa quattrocento alberi. Non posso negare di aver ricevuto minacce, più o meno velate, da chi si sentiva quasi messo in discussione da nuovi metodi di coltivazione e, soprattutto, da uno sconosciuto come me”.
A distanza di alcuni anni, però, i suoi terreni e, principalmente, l’area ribattezzata Giardino delle belle , sono diventati un punto di riferimento per la permacultura siciliana e non solo.
“Il presupposto – ammette Mario Carbone – è molto semplice da individuare. Il modello produttivo fondato sul petrolio è in palese crisi. Di conseguenza, adotto sistemi di coltivazione che non hanno nulla a che spartire con la necessità costante e continua d’energia. La permacultura è un insieme di metodi che garantisce il mantenimento di ambienti sostenibili. Questa è la base di partenza del Giardino delle belle”.
Attualmente, oltre all’esperienza del giardino, Carbone porta avanti la produzione e la successiva vendita di olio bionaturale, ricavato dall’uso di un frantoio biologico.
“Attraverso la rete della permacultura – conclude il coltivatore – arrivano nei miei terreni volontari da ogni parte d’Europa e non solo. Abbiamo instaurato un modello di autogestione che si basa proprio sul mutuo sostegno. Ovviamente, in città, continuo ad essere visto come il pazzo di turno ma la permacultura e, più in generale, le buone pratiche, si stanno dimostrando veramente efficaci. Ci sarà sempre chi, per ottenere tutto e subito, impiegherà centinaia di litri d’acqua per irrigare. Io, invece, ho scelto un sistema diverso e non mancano i risultati”.

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