Agroverde è un bluff o un affare per pochi? Il “sindaco” Siciliano ha risolto il caso, “non conosco aziende”: chi ha sbagliato? “Il giornalista artista”

 
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Gela. Lui è l’uomo forte della giunta, sembra

che ci creda davvero, e l’ha voluto dimostrare in aula consiliare, per l’ennesima volta.

Il giornalista “artista”. Il vicesindaco Simone Siciliano, piglio da sindaco e metodi piuttosto spicci, ha liquidato il caso Agroverde e le polemiche maturate intorno al suo ruolo nelle ultime trattative avviate con possibili investitori, con poche battute, ripetute come un mantra. “Non capisco perché sia stato convocato in aula, mi pare abbastanza inutile – ha detto subito rispondendo al capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta – la vicenda viene seguita dall’assessore Francesco Salinitro. Purtroppo, qualche giornalista artista scrive senza verificare la fondatezza delle sue fonti. Non so nulla di aziende”. Il vicesindaco, nel suo intervento, ha chiaramente attaccato questa testata, colpevole, nell’ultimo periodo, di aver cercato di approfondire il caos Agroverde. Insomma, a cosa serve riferire, anche davanti agli espropriati mai pagati, su una vicenda che si trascina da cinque anni e che la sua giunta, quand’era ancora grillina, aveva addirittura giurato di portare fino sui tavoli della procura, se fosse stato necessario? Tanto, mica è più grillno! Alla fine, si sa, la colpa è del giornalista artista che non verifica. Lui? Il vicesindaco con piglio da sindaco? Al massimo, può riportare la linea politica dell’amministrazione comunale. Quale? “Salvare il progetto e salvaguardare gli ex proprietari”. In effetti, davanti ad impegni politici tanto pregnanti, forse sarebbe stato meglio non farla la seduta di consiglio. Il vicesindaco che non conosce bene gli aspetti tecnici della vicenda, come ha più volte ribadito, tra un intermezzo e l’altro, in aula ha risposto in continuazione, mentre quello che sarebbe l’assessore delegato a seguire gli aspetti tecnici del procedimento, seppur a suo fianco, non ha mai preso la parola. Ha parlato solo Siciliano, perché delegato dal sindaco Domenico Messinese (assente in aula), non è stato coinvolto Francesco Salinitro. Probabilmente, è colpa dei consiglieri che non hanno fatto domande all’assessore ma solo al vicesindaco. L’uomo forte della giunta, il vicesindaco con piglio da sindaco, ha sentenziato. “Aspetto ancora l’azienda che voglia investire su questo progetto e che porti, da subito – ha continuato – quattro o cinque milioni di euro per coprire il costo degli espropri”. Luigi Mistretta, referente della Electric Energy group, azienda interessata ad avviare una trattativa e subito liquidata dall’amministrazione comunale, sulla nostra testata ha messo in dubbio il ruolo di Siciliano nell’intera vicenda. Per il vicesindaco, però, Mistretta sarebbe solo uno che “diversi mesi addietro chiese di incontrarci, inviando comunicazioni scritte in un italiano piuttosto maccheronico”.

Siciliano non conosce gli aspetti tecnici. I pochi espropriati presenti in aula se ne sono andati via con le pive nel sacco e, intanto, gli chiedono ancora di pagare l’Imu su terreni che non sono più a loro disposizione. Il vicesindaco, ha tenuto a precisarlo agli espropriati, non conosce aziende, né sa chi le rappresenti. Intanto, lui e il sindaco avrebbero convocato per un nuovo vertice, i responsabili di Agroverde, quelli del consorzio che segue l’iter degli incentivi e i referenti di un’altra società interessata. Non si sa altro. La vicenda del mega progetto Agroverde  sembra assumere le fattezze di un colossale bluff, consentito dall’ex giunta Fasulo e che quest’amministrazione, con il vicesindaco con piglio da sindaco, non si capisce bene come possa risolvere. “Per la sostenibilità finanziaria del progetto – ha proseguito Siciliano – servono circa 120 milioni di euro. A mia conoscenza, poche aziende in Italia hanno questa capacità. Penso ad Eni, Gavio o Autostrade per l’Italia”.

“Ci sono ancora le condizioni per la pubblica utilità?”. Il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta, che alla fine ha ottenuto la possibilità, attraverso la conferenza dei capigruppo, di avere un’interlocuzione periodica con la giunta sugli sviluppi dell’intera vicenda, aveva aperto la seduta rivolgendosi proprio a Siciliano. “Quando si assumono incarichi pubblici – ha detto – si fa un giuramento. Il vicesindaco deve chiarire la sua posizione su Agroverde. Ci sono troppi dubbi rispetto a quanto sta accadendo”. Molto duro è stato l’altro dem Salvatore Gallo. “Devo constatare che l’arroganza della giunta non ha eguali – ha detto rivolgendosi a Siciliano – prima di tutto, dovrebbe scusarsi con quest’aula. Non esistono sedute inutili. Queste sedute vengono convocate per avere chiarimenti, impedendo che qualche furfantino possa aggirasi in municipio. L’attacco al giornalista, poi, è inqualificabile”. Davanti a Siciliano, il Pd è apparso piuttosto compatto. “Nella gazzetta ufficiale – ha detto ancora Guido Siragusa – chiaramente si richiamano due condizioni, l’immissione in possesso e il pagamento di una parte delle indennità di esproprio. Sono state rispettate queste condizioni? La pubblica utilità è ancora in essere?”. I grillini, con il consigliere Angelo Amato, sono stati ancora più espliciti. “Non ci interessano le beghe tra giunta e Pd – è intervenuto – in questa vicenda, abbiamo marionette, burattini e tanti allocchi. Immissione in possesso e pagamento delle indennità erano le condizioni preliminari per l’avvio dei lavori. Cosa è successo? Perché ci sono ex proprietari che non sono mai stati pagati. Come è stato possibile andare dietro a Radiomarelli, risultata una società del tutto vuota? Bisogna verificare possibili responsabilità dei dirigenti comunali che hanno seguito l’iter del procedimento”. Il capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano ha più volte ribadito al vicesindaco la necessità di spiegare e di informare gli ex proprietari presenti in aula, anche rispetto alla possibile variante al progetto. Un invito arrivato, inoltre, dai banchi della Lista Musumeci, con il capogruppo Vincenzo Cascino. “Se è necessario – ha aggiunto – gli atti portateli in procura”. “La proroga dell’autorizzazione regionale scade a febbraio 2018 – ha detto il forzista Salvatore Scerra – quali sono le intenzioni della giunta?”. Il vicesindaco con piglio da sindaco non ha aggiunto altro, “salvare il progetto e salvaguardare gli ex proprietari”. Parole “sante”, che non hanno convinto nessuno.   

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