Al porto è ancora protesta, sit-in anche nella notte: “Aspettiamo la città, questa non è una fabbrica di morte”

 
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Gela. E’ continuato anche ieri notte e, probabilmente, proseguirà nei prossimi giorni il presidio organizzato dagli operatori portuali. Il porto rifugio è inaccessibile.

“Dobbiamo vendere i nostri mezzi”. Gli operatori sono stanchi di attendere i lavori che sembrano non iniziare mai. “Fateci lavorare – dicono proprio davanti all’accesso del sito – questo è un settore sano che potrebbe garantire tanta occupazione in città. Perché Licata o Marina Di Ragusa hanno strutture d’eccellenza e, noi, invece, dobbiamo vendere anche i nostri mezzi?”. 


Allo stato attuale, hanno avuto ben poche risposte dalle istituzioni, nonostante il presidente della Regione Rosario Crocetta abbia più volte ribadito che i lavori di scavo dovrebbero iniziare entro le prossime settimane. “La città venga al porto – continuano gli operatori in sit-in – questa non è una fabbrica di morte. Il mare è stato il passato della città e può diventare il futuro”. Gli operatori, così, si preparano alla seconda notte di presidio, in attesa di avere risposte. Alla mobilitazione dei portuali hanno ufficialmente aderito anche i commercianti del consorzio Gela C’Entro.

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