Alla ricerca di altri relitti arcaici in fondo al mare, partite le operazioni con il robot “Hublot”

 
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Sono iniziate le prime operazioni

Gela. Gli esperti sono convinti che nei fondali della costa locale ci siano almeno otto relitti di navi arcaiche. Un vero e proprio museo sottomarino. Così, questa mattina all’alba, sono partite le operazioni del progetto “Gela Project-Underwater archeology research” in contrada Bulala. Verranno effettuate vere e proprie verifiche in mare, attraverso l’uso di un sofisticato robot della società Hublot, che collabora con l’Università svizzera di Ginevra (è il docente Lorenz Baumer che se ne occupa insieme ad Alessia Mistretta). Il progetto era stato reso noto lo scorso novembre e tra i “padri” dell’iniziativa c’è sicuramente l’ex assessore regionale e per anni ai vertici della soprintendenza, Sebastiano Tusa, morto in un tragico schianto aereo. Le operazioni vengono monitorate dai militari della capitaneria di porto e dal personale del gruppo Ormeggiatori-Barcaioli, presieduto da Vincenzo Casciana.

Gli studiosi che lo hanno avviato sono stati indirizzati sui luoghi, tra gli altri, dal subacqueo Franco Cassarino, da anni impegnato in attività di ricerca nei fondali. Il museo regionale segue con molta attenzione ogni sviluppo. Fino ad ora, sono stati individuati solo dei “carichi”, ma c’è la convinzione di poter arrivare ad altri relitti, databili a partire dal 600 a.c. L’area di Bulala viene ritenuta strategica per nuovi ritrovamenti.

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