Allarme Coronavirus, si fermano aziende indotto Eni: impianti rimarranno in marcia

 
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Gela. Con l’emergenza Coronavirus entrata in una fase ancora più virulenta, anche le attività nello stabilimento Eni si fermano. Nelle ultime ore, gran parte delle aziende dell’indotto, che gestiscono i contratti di manutenzione per conto della multinazionale, ha comunicato ai dipendenti lo stop, ad eccezione degli interventi per assicurare l’ordinaria marcia degli impianti. Si vuole evitare qualsiasi rischio di contagio, in un sito industriale dove lavorano centinaia di operai dell’indotto, oltre ai dipendenti del cane a sei zampe. Già negli scorsi giorni, l’Ugl metalmeccanici ha sollevato il caso dei dispositivi di sicurezza e prevenzione, necessari ai lavoratori dell’indotto. Mascherine e guanti, in questo periodo, scarseggiano e c’è bisogno di impedire il propagarsi del Covid-19 negli ambienti di lavoro. Le aziende dell’indotto ripiegano sulle ferie assegnate ai dipendenti, che rientreranno solo ad emergenza conclusa. Una data vera e propria, al momento, non c’è. Anche per i dipendenti Eni sono già state formalizzate misure organizzative diverse rispetto a quelle di routine.

L’azienda punta sullo smart working, che però non riguarderà il personale turnista che dovrà in ogni caso assicurare la marcia degli impianti della green refinery, che non si ferma. La gran parte del personale locale di Enimed opererà in smart working. “L’azienda, fin dall’inizio dell’emergenza – fanno sapere da Eni – ha messo tempestivamente in campo tutte le misure necessarie a tutela della salute delle proprie persone. Eni monitora costantemente l’evoluzione dell’epidemia al fine di continuare a garantire ai propri dipendenti tutti i provvedimenti idonei alla loro massima tutela”.

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