Allarme Sicindustria e Legacoop: “Tutte le aziende dell’indotto sono a rischio default”

 
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Rosario Amarù, presidente di Sicindustria

Gela.  Lo stop prolungato dei lavori in raffineria, legato alla protesta in strada che da tre settimane viene condotta dagli operai della Turco Costruzioni, sta mettendo in difficoltà l’intero sistema. A ribadirlo sono i rappresentanti di Sicindustria e Legacoop, le due organizzazioni datoriali degli imprenditori dell’indotto Eni. “Tutte le aziende dell’indotto di Gela sono a rischio default – scrivono in una nota ufficiale – e’ improrogabile il rientro immediato in raffineria per evitare di mettere ulteriormente in difficoltà le aziende. Il rischio sarebbe quello della perdita del posto di lavoro per i lavoratori che da molti anni sono la forza delle imprese”. Per gli imprenditori, quindi, la protesta prolungata potrebbe generare nuovi tagli. 

“A fronte degli sforzi che ogni impresa sta sostenendo e sostiene ogni giorno – dicono gli imprenditori – il blocco degli accessi non consente alle imprese di contabilizzare i lavori già realizzati e di effettuare le lavorazioni per le quali ognuna di esse ha effettuato investimenti, acquisti di materiali, noleggi di attrezzature e che giustificano il mantenimento in organico dei propri dipendenti. Il futuro delle aziende è legato a doppio filo con quello dei lavoratori e il rischio reale è che entro questa settimana il numero dei licenziamenti salga da trentacinque unità a diverse centinaia”. Intanto, Eni ha comunicato il fermo dei lavori della green refinery, almeno fino al rientro in fabbrica degli operai. “Raffineria ha comunicato alle imprese – concludono – di sospendere tutti i lavori di costruzione della raffineria green fino al perdurare dell’impossibilità dell’accesso in fabbrica”.

5 Commenti

  1. Ma ancora non l’avete capito che e finita, ci possiamo fare tutti le valigie e andare fuori, pure le case possiamo buttare giù ormai e finita grazie ai POLITICI, SINDACATI, DIRIGENTI ENI, E A TUTTI GLI ALTRI saluti a tutti

  2. Solo per gli operai della DF Costruzioni stradali non ce stata possibilità di avere aiuto dopo una vita di respirare merda, proporrei di fare respirare merda a chi a comandato fino a oggi e di andare fuori dare un futuro ai figli facendo respirare meno merda

  3. Vero quello che sostiene l articolo ma anche vero che gli operai turco sono gia in defoult e hanno gia perso il posto. Alla pseudo politica locale regionale enazionale il dovere di risolvere il problema

  4. FARE IMPRESA
    Non penso che tutti gli imprenditori debbano essere dei cultori dell’innovazione tecnologica e della flessibilità d’impresa, ma penso che ogni imprenditore debba avere la capacità di prevedere l’andamento sfavorevole della domanda del mercato e intraprendere le opportune azioni per adattare la propria azienda alle nuove sfide.
    Le imprese del settore petrolifero immagino sapessero che dal 2008 gli investimenti internazionali nelle fonti rinnovabili hanno superato per la prima volta quelle di tutte le altre fonti energetiche messe insieme (nucleare, petrolio, carbone, metano, ecc.). E tale orientamento si è accentuato negli anni fino ad oggi.
    Il 21.12.2012 il MIniAmbiente riulasciava l’AIA alla Raffineria di Gela. Il soddisfacimento delle prescrizioni in essa contenute prevedevano un investimento per il Gruppo Eni di 4÷6 miliardi di €. Tale cifra sarebbe potuta essere un ordine di grandezza inferiore se nel quinquennio precedente il gestore avesse fatto degli investimenti già previsti dalle direttive UE. Da lì era facile prevedere che il futuro del petrolchimico di Gela fosse segnato. Quante delle imprese dell’indotto hanno avviato piani di riorientamento dal 2008 (o al limite dal 2012)?

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