“Alleanza con centrosinistra? Ci sono cose da definire”, Di Stefano: “Confronto su temi senza veti”

 
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L'ex vicesindaco Terenziano Di Stefano

Gela. “Esponenti validi con i quali confrontarsi sui temi ce ne sono sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Noi non mettiamo veti per nessuno. Il dialogo avviato con progressisti e Pd? Ci sono ancora cose da definire”. L’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano e il gruppo civico di “Una Buona Idea”, in questo periodo, sono inevitabilmente concentrati sulla situazione finanziaria del municipio ma anche sul dibattito che si muove intorno alla mozione di sfiducia. Per molti, sono il vero ago della bilancia e dalle fila del centrodestra è piovuta l’accusa di agire come “stampelle” del sindaco e dell’amministrazione. I civici hanno sostenuto il rinvio della trattazione della sfiducia, che alla fine è passato. Ormai da qualche tempo si stanno guardando intorno alla ricerca di un percorso comune che possa portarli alle prossime amministrative, in una prospettiva politica alternativa all’amministrazione Greco, dalla quale hanno preso le distanze. Le scelte sulla sfiducia non sembrano incidere. “Il confronto sui temi per me è fondamentale – spiega – ad esempio, vorrei capire come si vorrà rapportare il prossimo candidato a sindaco sulla questione dell’area Nord2 dell’ex Asi. Ci sono poi situazioni complesse come quella del termovalorizzatore o più in generale degli investimenti. Per me, a livello cittadino un’alleanza non può essere chiusa solo sotto un titolo, di centrodestra oppure di centrosinistra. Al di là delle appartenenze, deve essere in grado di mettere insieme persone che vogliano risolvere i tanti problemi che pesano sullo sviluppo di questo territorio”. Quella dell’ex assessore non è affatto una prospettiva ormai schierata verso il centrosinistra, area con la quale i contatti si sono rafforzati in queste settimane. “Ripeto, noi non mettiamo veti per nessuno. Per ora, anche per non metterli in difficoltà sulla questione sfiducia, ho sospeso il tavolo avviato con centristi e Italia Viva – aggiunge – sono sempre molto schietto e ho già detto che non intendo nascondere nulla né chiedere alcunché. Il dialogo con le forze di centrosinistra c’è e sta andando avanti. Ho un rapporto, anche personale, con esponenti a vario livello dell’Mpa. Con loro il confronto c’è sempre stato. Già prima delle regionali dello scorso anno, proposi di considerare l’ipotesi di un dialogo ampio, oltre le appartenenze politiche. Non se ne fece nulla e non abbiamo avuto nessun parlamentare Ars eletto in città”. L’ex numero due della giunta, tra i fondatori di “Una Buona Idea”, sembra ancora piuttosto convinto che “ragionando sui temi” si possa ripetere il modello civico (poi ribattezzato “arcobaleno”) di quattro anni fa. “Quell’esperienza politica è finita non per ragioni ideologiche ma perché sono emersi troppi personalismi – continua – fino a quando si riuscì ad avere una visione comune, il Pd si raffrontava con Forza Italia, e viceversa, senza alcun problema. Lo stesso facevamo noi di “Una Buona Idea”.

Per Di Stefano, un raggruppamento che vada oltre la collocazione politica pare sia uno scenario da non trattare come una sorta di tabù, anzi. Conclusioni che potrebbero trovare poco spazio in un contesto politico più marcatamente schierato come quello di centrosinistra, nel quale grillini e dem hanno comunque un passo che non si incrocia con quello di entità di centrodestra. “Anche nel centrodestra locale – conclude – c’è chi pensa di poter dettare la linea, includendo alcuni ed escludendo altri. Così facendo si commettono errori imperdonabili. La sfiducia? Abbiamo sempre detto che in piena crisi finanziaria e con i correttivi da presentare alla Corte dei Conti, non poteva essere la soluzione. Adesso, la proposta di ritirare le firme non l’ho compresa. Noi, invece, avevamo chiesto di ritirare la mozione arrivata in aula ed eventualmente di ripresentarne un’altra”. I civici potrebbero schierarsi per la sfiducia, solo se il sindaco e gli assessori non dovessero riuscire a portare gli atti finanziari e i correttivi, entro le scadenze dettate anche dalla Corte dei Conti.

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