Ambiente sotto attacco, discariche e illeciti: Asaro, “enti e privati non denunciano”

 
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Il procuratore Asaro parla di notizie di reato acquisite quasi sempre in autonomia

Gela. Denunce per minacce, liti familiari, querele per diffamazione o denunce a ignoti legate a esposti anonimi. Più del 50 per cento delle denunce raccolte solo nell’ultimo anno dalla procura di Gela, raramente hanno a che fare con vere e proprie notizie di reato e spesso hanno la caratteristica della serialità. Numeri, quelli forniti dalla procura, che basandosi solo sull’entità e la qualità delle denunce che arrivano dai privati o dagli enti preposti al controllo disegnerebbero Gela come un’isola felice dove si delinque a percentuali bassissime.

Eppure stiamo parlando di una realtà territoriale dove, secondo l’ultima relazione del presidente della Corte d’appello di Caltanissetta, sono attive ben tre consorterie legate a Cosa Nostra, dove gli attentati incendiari sono all’ordine del giorno e dove vengono compiuti reati di inquinamento ambientale in barba ad ogni ente di controllo.

A dare i numeri dell’ultimo anno, soprattutto per quel che riguarda i reati connessi all’abbandono illecito di rifiuti, è stato il procuratore capo Fernando Asaro, raggiunto dalle telecamere di Trincee. La situazione si complica ad esempio quando si tratta di reati connessi all’ambiente, dove le denunce non arrivano né dai privati cittadini né tanto meno da quegli enti, Comune, provincia o Regione, che hanno la competenza per i controlli. “Le notizie di reato che spesso acquisiamo, in materia ambientale o in materia di gestione delle risorse idriche – spiega il procuratore – spesso, sul nostro territorio, le acquisiamo in autonomia. Non riceviamo notizie di reato al di fuori di questo ambito. Sono notizie di reato che acquisiamo in autonomia e non su denuncia di enti o di privati. Le acquisiamo solo in autonomia salvo qualche specifica funzione di polizia giudiziaria, che viene svolta in materia ambientale dalla capitaneria di porto. Manca una rete territoriale di controllo e vigilanza seria che possa impegnarsi sulla gestione del territorio e in generale dell’ambiente. La procura interviene quando la notizia di reato è già evidente, la nostra non è una funzione di prevenzione”.

Il procuratore fornisce proprio i numeri sulle segnalazioni, non solo in materia ambientale. “Nel 2020, abbiamo ricevuto circa 2.500 notizie di reato – dice ancora – tra queste non abbiamo denunce che arrivano da enti locali o da organi o ancora da privati in materia ambientale, che è molto delicata. Da parte della procura c’è la massima attenzione. L’abbandono di rifiuti, in presenza di specifiche condizioni, prevede una sanzione amministrativa, non è una notizia di reato. In questi casi, enti come il Comune o l’ex Provincia possono irrogare sanzioni. Nel 2020, ma anche nel 2019 e 2018, abbiamo registrato un’impennata di notizie di reato in materia ambientale, che però nascono sempre da un’attività di ricerca autonoma da parte del nostro ufficio, con perquisizioni e sopralluoghi. Non sono vicende che riguardano solo la presenza dell’attività della raffineria”.

1 commento

  1. Procuratore buonasera,
    Mi chiedo le indagini a che punto sono? A mi scusi mi chiederà su cosa, un un evendo doloso che si verifica ogni giorno da 30 anni circa?
    Come mai non leggiamo mai , assicurato alla giustizia giovane che dava fuoco alle auto….
    Le cose sono 2 o sono cosi bravi che fi fregano sempre….
    Oppure siete cosi incapaci : mi scisi lo dico con tutto rispetto, non siete capaci a beccarli mai…….
    Eppure li le dunence ci sono ma mancano le indagini…..
    Aspetto una sua risposta
    Un gelese stanca della delinquenza e della propria citta.

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