Amianto e rifiuti speciali all’isola 15, rispettate norme: assolti manager e operatori

 
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Immagini di repertorio

Gela. Non ci furono irregolarità nel deposito e nello smaltimento di rifiuti speciali, anche di amianto, all’isola 15 della raffineria di contrada Piana del Signore. Il giudice Miriam D’Amore ha assolto l’ex amministratore delegato dello stabilimento Bernardo Casa, Aurelio Faraci, Carmelo Raimondo e Salvatore Di Dio. Nessuna responsabilità amministrativa neanche per la società Raffineria di Gela. Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal procuratore capo Fernando Asaro, ci sarebbero state evidenti irregolarità, con una presunta discarica irregolare all’isola 15, dove i rifiuti speciali sarebbero stati stoccati anche oltre i termini di deposito previsti. Il procuratore, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna per tutti gli imputati, con pene fino ad un anno e due mesi di reclusione, e l’obbligo del pagamento di una sanzione da 100 quote per la società del cane a sei zampe. Uno dei consulenti chiamati a deporre dalla difese ha escluso la violazione degli obblighi normativi. Sarebbero stati rispettati tutti i parametri di legge. Un concetto ribadito dai difensori. Gli avvocati Grazia Volo, Gualtiero Cataldo, Carlo Autru Ryolo e Attilio Floresta, basandosi su riscontri documentali, hanno spiegato che gli imputati, ognuno per le funzioni svolte, rispettarono tutte le consegne. Hanno escluso l’esistenza di una presunta discarica incontrollata nell’area di raffineria. La ricostruzione è stata accolta dal giudice D’Amore. Dai banchi delle difese è stato sollevato anche il sospetto di “un certo pregiudizio” verso raffineria, nonostante il rispetto degli obblighi previsti.

La condanna di tutti gli imputati, invece, è stata chiesta dalle parti civili, le associazioni “Aria Nuova” e “Amici della Terra-Gela” (con gli avvocati Joseph Donegani e Antonino Ficarra), il Comune (con l’avvocato Mario Cosenza) e il ministero dell’ambiente (rappresentato dall’Avvocatura dello Stato). Secondo i legali, non sarebbero stati rispettati i parametri e i criteri di smaltimento dei rifiuti. Ricostruzione che non ha trovato riscontro nella decisione del giudice, invece favorevole agli imputati.

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