Amianto in raffineria, assolti gli imputati in due procedimenti: “Fatto non sussiste”

 
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Immagini di repertorio

Gela. Assolti “perché il fatto non sussiste”. Si sono conclusi con una decisione favorevole a tutti gli imputati i due procedimenti, istruiti in primo grado, scaturiti da altrettante inchieste che i pm della procura avviarono sulle possibili conseguenze dell’esposizione all’amianto di ex lavoratori dell’indotto Eni. Inchieste che sono andate ad approfondire le condizioni degli impianti dello stabilimento, già dalla fine degli anni ’70. Il giudice Miriam D’Amore, a conclusione dei due giudizi, ha emesso un verdetto analogo, di assoluzione. Alcuni dei lavoratori che contrassero patologie erano parti civili nei procedimenti. Anche dai banchi dell’accusa, in entrambi i casi, è stata formalizzata una richiesta di assoluzione, avanzata dai pm Mario Calabrese e Pamela Cellura. Non sono stati riscontrati collegamenti diretti tra il ruolo ricoperto dagli imputati nello stabilimento di contrada Piana del Signore e le conseguenze riportate dagli operai. Nel corso dell’attività istruttoria, le perizie hanno ricostruito le patologie, ma senza certezze su una possibile connessione con gli ambienti di lavoro. Le difese di tutti gli imputati, nel corso dell’istruttoria, hanno ribadito il rispetto dei parametri per la sicurezza, escludendo responsabilità e riportandosi alle normative vigenti, nel corso del tempo. La procura ha indagato sugli effetti delle fibre di amianto sui lavoratori. Tanti si sono ammalati.

L’assoluzione è arrivata, anche per chi dirigeva aziende dell’indotto di raffineria. La decisione favorevole è stata pronunciata, in un procedimento, per Giancarlo Barbieri, Guido Caporale, Luigi Pellegrino, Sebastiano Caporale, Antonio Catanzariti, Pasqualino Grandizio, Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame, Giorgio Clarizia, Giuseppe Genitori D’Arrigo, Francesco Cangialosi, Arturo Borntragger, Giuseppe Farina, Vito Milano, Salvatore Vitale, Giuseppe Di Stefano e Giuseppe Lisciandra. Nell’altro, invece, nel quale c’erano imputati, già a processo, l’assoluzione ha riguardato Armando Grassi, Giancarlo Barbieri, Alfonso Valerio, Alessandro Colnaghi, Francesco Mauro, Salvatore Verniccio, Rocco Ardore, Antonio Catanzariti, Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame, Giorgio Clarizia, Giuseppe Farina, Vito Milano, Salvatore Vitale, Giuseppe Genitori, Giorgio Daumiller e Arturo Borntragger. I lavoratori esposti all’amianto si sono costituiti parti civili, con gli avvocati Davide Ancona e Antonino Ficarra, che invece hanno concluso sostenendo la responsabilità di tutti gli imputati. Per le difese, invece, non sono state provate eventuali correlazioni. Gli imputati sono stati rappresentati, tra gli altri, dagli avvocati Giacomo Ventura, Attilio Floresta, Flavio Sinatra, Maria Elena Ventura, Carlo Autru Ryolo, Davide Limoncello, Gualtiero Cataldo, Nicola Granata, Raffaela Nastasi e Carmelo Tuccio.

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