Amministrative e “veleni”, “a Greco non riconoscere 7.732 voti”: “Perizia su firma Incardona”

 
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Greco durante un comizio elettorale

Gela. “Un’aperta violazione della normativa”. Nell’atto di citazione per querela di falso, firmato dal leghista Giuseppe Spata e che a ventiquattro ore dal giudizio amministrativo al Tar apre l’ennesima parentesi giudiziaria di un dopo elezioni sempre più al veleno, ai sospetti si sostituiscono le certezze, almeno quelle del leghista e del legale che lo rappresenta, l’avvocato Antonietta Sartorio. Non solo le liste pro-Greco che non andavano ammesse, perché sarebbero state sottoscritte dagli elettori senza l’indicazione dei nominativi dei candidati, ma anche la presunta firma falsa sulla nota che attesta la regolarità delle operazioni. “Non può non evidenziarsi – si legge nell’atto di citazione che è stato notificato all’intera maggioranza e all’amministrazione comunale – come la sottoscrizione apposta in calce della citata dichiarazione, che sarebbe riferibile al responsabile dell’Ufficio elettorale Ferdinando Incardona, non sembri invece attribuibile allo stesso: ed invero, tale difformità risulta evidente dal confronto tra tale sigla in calce alla citata dichiarazione e tutte le altre sigle dello stesso Incardona apposte nell’autentica degli atti separati di presentazione delle liste”. Viene addirittura chiesto ai giudici civili del tribunale di autorizzare una perizia grafologica. “Al fine di accertare se la sigla apposta in calce della dichiarazione di cui si discute – si legge ancora – sia di paternità del dottor Ferdinando Incardona”. Secondo la linea esposta nell’atto, la firma sarebbe diversa e quindi inserita per legittimare la dichiarazione di regolarità. Un’attestazione che venne rilasciata in estate, per rispondere ad una richiesta parlamentare. Nella querela, si spiega che quattro liste del fronte di Greco, “Un’Altra Gela”, “Uniti siamo gelesi”, “Una Buona Idea” e “Azzurri per Gela”, non andavano ammesse. Le sottoscrizioni sarebbero state autenticate in municipio, senza che la modulistica fosse accompagnata dall’elenco dei candidati. La raccolta delle sottoscrizioni sarebbe stata “illegittima”. Spata e i suoi legali si spingono ancora oltre presentando i numeri “rivisti”.

A Greco andrebbero sottratti 7.732 voti sui 13.432 ottenuti, ovvero quelli garantiti dalle quattro liste che dovevano essere escluse. In base a questa ricostruzione, al ballottaggio sarebbero dovuti andare il leghista e l’altro candidato Maurizio Melfa. In ballo, inoltre, rimarrebbe la verifica di dieci sezioni, che eventualmente potrebbero far superare il 40 per cento a Spata, così da essere proclamato sindaco. Il gruppo di maggioranza appare sicuro delle procedure che vennero adottate e attende l’esito del ricorso al Tar, sempre che i giudici palermitani non decidano di aspettare che prima si pronuncino i giudici civili del tribunale di Gela. Lo scontro è ormai al culmine e i fronti giudiziari rischiano di moltiplicarsi, in una città che avrebbe invece subito bisogno di un’inversione di rotta, dopo essere stata travolta dalla crisi. Tocca alla politica farsi sentire.

3 Commenti

  1. Caro Spata, ricordati che le Sardine hanno sconfitto il tuo Capitano, nn pensare che rincorrere alla Giustizia ti dia certezza di diventare Sindaco. Devi sempre passare dagli elettori. Un gelese stanco del vostro politichese

  2. Pur di ribaltare l’esito, il candidato Spata mette in ballo una persona che oramai è deceduta, questa azione poco nobile politicamente, si chiama diversamente…..

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