“Ancora enorme rischio salute da industria”, Damante: “Regione valuti danno sanitario”

 
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Gela. Nonostante la riconversione green della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, i dati fanno ancora molta paura e il deputato regionale grillino Ketty Damante chiede alla Regione di attivare un ulteriore monitoraggio sull’impatto ambientale e su quello che tocca la salute dei cittadini. L’esponente grillina è poco convinta dell’efficacia della riconversione. “Chiedo alla Regione di attivarsi per predisporre la valutazione del danno sanitario provocato dalle attività produttive inquinanti sulla salute dell’uomo. Sarebbe utile inoltre – dice – leggere nero su bianco come risponde il sistema sanitario a questa vera e propria cronica emergenza di salute”. Viene richiamato direttamente lo studio “Sentieri”, con i numeri aggiornati al giugno dello scorso anno. “L’aggiornamento di giugno 2019 per il Sin di Gela – spiega – è drammatico. Il profilo di mortalità nel sito mostra una generale tendenza all’eccesso delle stime di rischio. Un eccesso di rischio si osserva in entrambi i generi per tutte le cause, l’insieme dei tumori, le malattie dell’apparato urinario e, solo tra le donne, per le malattie del sistema circolatorio; un eccesso è presente in entrambi i generi per i tumori maligni dello stomaco, colon retto e polmoni e per le malattie respiratorie acute. Lo stesso studio non tiene conto di altre eventuali sostanze chimiche non rilevate dai monitoraggi di routine. Inoltre, i potenziali effetti sulla salute umana associabili all’esposizione a miscele di contaminanti nell’ambiente sono spesso ignoti. Ma l’uso di inquinanti sul territorio dove vivono i nostri figli non si è concluso col termine della raffinazione del petrolio. Quindi quanto è green la bioraffineria? Cosa serve per raffinare? Quali composti chimici utilizza per ottenere carburante? Dai documenti che la stessa azienda ha comunicato al Ministero dell’ambiente è possibile apprendere quali sostanze utilizza la raffineria cosiddetta “green” per raffinare oli e vegetali e anche in questo caso c’è davvero poco da star sereni. Verranno utilizzati ad esempio circa 8000 tonnellate di materie prime che contengono sostanze pericolose come dietanolammina, dimetil disolfuro, idrossido di sodio e altre altamente nocive e tossiche per la salute dell’uomo”.

Un quadro preoccupante, che secondo Damante va valutato con molta attenzione. Servirebbe anzitutto rafforzare la dotazione organica dei reparti dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. “In questa situazione, il sistema sanitario, oltre a quello di controllo e monitoraggio ambientali, sono all’anno zero. Mancano medici e posti in ospedale, in particolar modo nel reparto di oncologia. Il servizio è inadeguato rispetto alle esigenze del territorio. Il sospetto, o meglio la certezza, è che il territorio gelese potrebbe continuare a pagare un prezzo troppo alto. Con questa consapevolezza occorre adoperarsi nell’immediato per l’obiettivo, minimo, ma non procrastinabile, dell’adeguamento della risposta sanitaria. Questo obiettivo dovrà coinvolgere la comunità gelese senza alcuno schieramento di parte”. Le rassicurazioni istituzionali non sembrano aver dissolto l’emergenza per la salute.

1 commento

  1. Un altro fantomatico ambientalista, vorrei vedere proprio se e quando ha fatto l’ultimo controllo emissioni della sua caldaia di casa……. sicuramente ha il solare istallato.

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