Anno giudiziario, “Cosa nostra continua a influenzare politica nei settori pubblici e nel voti”

 
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Gela. Il 2021 deve essere l’anno della ripartenza. Lo ha detto la presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Maria Grazia Vagliasindi, nel corso della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario, alla presenza del presidente della Regione, Nello Musumeci, e del giudice Antonino di Matteo, in rappresentanza del Csm.

Una cerimonia insolita, condizionata dall’emergenza pandemica. La presidente ha ammesso che l’espandersi del virus ha influito anche sui maxi processi di mafia di una certa complessità. I giudici hanno svolto un lavoro importante per consentire un regolare corso dei processi penali. Si è dovuto fare ricorso in ambito civile al processo civile telematico.

La Vagliasindi ha fatto poi il bilancio sulla crimininalità organizzata. “Nelle province di Caltanissetta ed Enna “Cosa Nostra” continua ad essere l’organizzazione mafiosa di principale riferimento, dedita al controllo dell’economia legale, soprattutto nel settore dell’edilizia, del movimento terra, della raccolta e smaltimento dei rifiuti e dei relativi appalti, dell’agricoltura, grazie all’illecito accaparramento di lotti di terreni, anche demaniali, poi utilizzati per ottenere illecitamente pubblici contributi, oltre che dei settori tradizionalmente governati dalla mafia, quali il settore del gioco e delle scommesse e del traffico illecito della droga.

La criminalità è capace di infiltrasi anche in altre Regioni (Lombardia, Lazio) oltre che in paesi stranieri (Germania, in particolare). Il racket, secondo i magistrati, continua ad essere diffuso.

Il Procuratore Generale Lia Sava ha denunciato il rischio di condizionamento della mafia nelle elezioni per la “messa a disposizione” di pacchetti di voti per  appoggiare candidati ritenuti più avvicinabili, con l’evidente scopo di assicurarsi somme di denaro e altre utilità.

Capitolo a parte per le stragi. E’ stato fatto riferimento alla sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta per la strage di via d’Amelio nell’ambito del processo Borsellino Quater. La presidente ha sottolineato come nel corso dell’ultimo processo sia stato possibile ricostruire “gli ultimi mesi di vita del giudice Paolo Borsellino, nel periodo successivo alla strage di Capaci, mettendo in evidenza – anche attraverso la testimonianza dei diretti congiunti del medesimo magistrato, della moglie Agnese in particolare, e dei suoi colleghi di lavoro – la preoccupazione ed angoscia del magistrato”.

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