Non era usura, cadono le accuse contro due avvocati locali: il verdetto di assoluzione

 
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Gela. La denuncia di un imprenditore e la successiva accusa di usura, mossa dai pm della procura. Cadono del tutto, però, le contestazioni ai danni di due noti avvocati. Il giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore ha emesso un verdetto di assoluzione piena, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Accuse pesanti, quelle mosse dall’imprenditore edile Salvatore Greco, a sua volta però a giudizio per calunnia. Il difensore dei due legali, l’avvocato Filippo Spina, ha invece dimostrato che le somme finite sotto la lente di ingrandimento dei pm della procura altro non erano che semplici parcelle professionali chieste regolarmente, dopo lo svolgimento della loro attività.

Cade l’accusa di usura. Un verdetto del gup che ha accolto le richieste del difensore, mentre il pm Eugenia Belmonte, invece, ha sostenuto la fondatezza del quadro accusatorio, chiedendo la condanna per entrambi a quattro anni e sei mesi di reclusione. Condanna chiesta dal pm anche per Greco, ma a tre anni di detenzione. Il giudice Paolo Fiore, invece, ha completamente escluso l’esistenza di ipotesi di usura a carico dei due legali, pronunciando un verdetto favorevole anche all’imprenditore, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. I legali hanno sempre cercato di chiarire la regolarità del loro operato, ribadendo l’assoluta trasparenza di quelle parcelle professionali. Adesso, arriva il verdetto favorevole nei loro confronti.

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