Appalti Cittadella: Billizzi, “costruttore Giorrannello era avvicinato”

 
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Gela. Sarebbe stato un avvicinato al clan degli Emmanuello, soprattutto a seguito dei rapporti che lo avrebbero legato all’attuale collaboratore di giustizia Carmelo Billizzi.

E’ stato proprio l’ex esponente di Cosa nostra a descrivere i legami intrattenuti con l’imprenditore Silvio Giorrannello durante l’udienza, tenutasi ieri mattina in tribunale, del processo che vede imputati lo stesso imprenditore ed il fratello Giuseppe, oltre al costruttore Francesco Muncivì. Carmelo Billizzi è stato sentito davanti al presidente della corte Paolo Fiore.
“Giorrannello – ha detto il collaboratore di giustizia – ci mise a disposizione anche un appartamento, vicino alla palestra di via Butera gestita dalla sorella. In quello stabile, mi incontrai con Crocifisso Smorta e Carmelo Barbieri”. Durante l’udienza, Billizzi ha ricostruito la consegna di una busta, contenente circa quindicimila euro, recapitatagli direttamente dall’imprenditore Silvio Giorrannello.
“I soldi, dopo l’arresto di Francesco Vella – ha ammesso Billizzi – mi sono stati consegnati da Giorrannello perché erano il frutto di un’estorsione messa in atto ai danni di un imprenditore siracusano, attivo all’interno della fabbrica Eni”. L’avvocato Antonio Gagliano, difensore di Francesco Muncivì, ha, a sua volta, cercato di conseguire ulteriori particolari dalla testimonianza resa dal collaboratore di giustizia. Per questa ragione, si è spesso scontrato, sul piano verbale, con Antonio Impellizzeri, legale di fiducia dello stesso Giorrannello.
Al centro dell’interesse dei clan, inoltre, ci sarebbero stati proprio i cantieri della Cittadella, in contrada Marchitello.
“Ne discutemmo spesso con Francesco Muncivì e i fratelli Giorrannello – ha ribadito Billizzi – inoltre, imponemmo le forniture assicurate da Sandro Missuto e Orazio Pirone”.
Versione decisamente opposta, quella resa da Crocifisso Smorta che ha descritto il gruppo Giorrannello come uno di quelli sottoposti ad estorsione

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