Appalti pubblici e corruzione, inchiesta a Piacenza: Susino torna in libertà

 
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L'indagine è condotta dai pm di Piacenza e dai carabinieri

Piacenza. Secondo i pm della procura di Piacenza, sarebbe stato uno dei principali riferimenti per gli appalti pubblici, ritenuti pilotati, attraverso un presunto giro di corruzione. Negli scorsi giorni, all’imprenditore gelese Nunzio Susino, che a febbraio era finito in carcere, è stata revocata anche la misura degli arresti domiciliari. Su istanza della difesa, sostenuta dal legale Paolo Fiori, è tornato in libertà. I domiciliari gli erano stati concessi a maggio. Alla guida della sua azienda, la “Cooperativa edile e forestale Altavaltrebbia”, l’imprenditore, che ormai vive stabilmente nella provincia piacentina, sarebbe riuscito a controllare appalti pubblici e ad essere al centro di un presunto sistema, che per gli investigatori avrebbe segnato una lunga scia di collegamenti illeciti tra imprenditoria e politica.

Al setaccio sono finite migliaia di carte e affidamenti di appalti pubblici, in tanti Comuni della zona della Val Trebbia. E’ consistente la mole di intercettazioni telefoniche e ambientali, dal cui contenuto emergerebbe proprio il presunto “pactum sceleris” tra imprenditoria e politica. All’imprenditore gelese sono contestati più di venti capi di imputazione. L’inchiesta è in corso e ha coinvolto diversi amministratori dei Comuni della zona, oltre a funzionari pubblici e tecnici. I pm hanno dato parere contrario alla revoca delle misure per Susino.

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