Appello chiamato in aula ma i consiglieri tardano: nuovo flop e Cirignotta rilancia

 
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Gela. Pochi, pochissimi minuti e seduta di consiglio comunale sciolta per assenza del numero legale. In aula, al momento dell’appello chiamato dal vice presidente Vincenzo Cirignotta, c’erano appena nove consiglieri.

I consiglieri in aula contro Cirignotta. L’anticipato sciogliete le righe ha fatto scattare la protesta. Dito puntato proprio contro il vice presidente, accusato di eccessiva fiscalità. “Normalmente – dicono diversi consiglieri – si attende almeno un quarto d’ora prima di chiamare l’appello. Non tutti riescono a raggiungere in orario Palazzo di Città. Questa volta, Cirignotta ha voluto iniziare subito, impedendo che i lavori d’aula potessero svolgersi”. Tra i più contrariati, l’esponente autonomista Crocifisso Napolitano. “Avremmo potuto approvare alcuni punti all’ordine del giorno se non ci fosse stata quest’enorme fiscalità – spiega – il vice presidente non ha atteso l’arrivo in aula neanche del presidente Giuseppe Fava”.

“Chiamare l’appello in orario è una colpa?”. Ma Cirignotta rimanda al mittente qualsiasi accusa. “Chiamare l’appello all’orario stabilito è una colpa? Allora, sono colpevole – replica – la normalità passa per una colpa. E’ assurdo. I consiglieri presenti in aula al momento dell’appello erano tutti concordi nel dare inizio alla seduta. Gli orari fissati, in ogni caso, vanno rispettati”. L’insolita seduta pomeridiana, quindi, si conclude con un nulla di fatto che ricalca il copione visto fin troppe volte.

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