Appello “Extra fines”, parlano difese: a settembre concluderà legale Rinzivillo

 
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Gela. E’ toccato ancora alle difese concludere, nel giudizio di appello, successivo alle condanne emesse in primo grado nei confronti dei coinvolti nell’inchiesta “Extra fines”. Ad inizio settimana, i legali di alcuni imputati hanno esposto le loro conclusioni, ribadendo, come già fatto davanti al gup del tribunale di Caltanissetta, che gli assistiti non avrebbero avuto collegamenti criminali con il boss sessantenne Salvatore Rinzivillo, anche lui a processo e per il quale la procura generale ha chiesto un aggravamento della condanna di primo grado, con ventidue anni di detenzione. Per il resto, l’accusa ha ribadito la conferma per tutti gli altri imputati, tredici anni e quattro mesi di reclusione per l’avvocato Giandomenico D’Ambra, ritenuto molto vicino a Rinzivillo e che avrebbe intrecciato una serie di affari a Roma; dodici anni e dieci mesi per Ivano Martorana, considerato braccio destro del boss in Germania, soprattutto per il traffico di droga; undici anni per Gaetano Massimo Gallo e a due anni e otto mesi per Giuseppe Flavio Gallo; dieci anni e otto mesi ciascuno per Filippo Giannino, Emanuele Romano, Alessandro Romano, Aldo Pione e Rosario Pione; dieci anni per il carabiniere Marco Lazzari e per Rolando Parigi.

A settembre, quando si ritornerà in aula, toccherà alla difesa di Rinzivillo concludere, richiedendo ai giudici nisseni di rivedere la pesante condanna decisa dal gup, al termine del rito abbreviato. Per il sessantenne arrivarono venti anni di detenzione, perché considerato il nuovo capo dell’omonima famiglia di Cosa nostra. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Roberto Afeltra, Cristina Alfieri, Giuseppe D’Acquì, Giovanni Lomonaco, Michele D’Agostino, Umberto Goffi, Angelo Pacchioni, Patrizio Mercadante, Domenico Mariani, Giuseppe Minà, Francesco Maggiolini e Pierpaolo Dell’Anno. Un imprenditore locale, che avrebbe subito minacce e richieste estorsive, è invece parte civile, con il legale Vittorio Giardino, che seguendo le richieste della procura generale ha concluso per la conferma delle condanne.

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