Aree da bonificare, tavolo ministeriale mai riunito in città e zone ad alto rischio

 
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L'ex discarica industriale Cipolla

Gela. Il tavolo tecnico ministeriale, per la prima volta in assoluto, si sarebbe dovuto riunire in città, anche per avere un quadro pratico della situazione ambientale di tante aree sensibili, dal Biviere e fino a bombe ecologiche ancora non bonificate come le ex discariche di Marabusca e Piana del Signore. In realtà, dell’impegno assunto lo scorso anno da funzionari ministeriali, tecnici degli enti di controllo e rappresentanti della Regione, non c’è più traccia. La riunione che si sarebbe dovuta tenere addirittura nel settembre del 2019 non c’è mai stata. L’impegno istituzionale era stato ottenuto dal responsabile della Riserva orientata Biviere, Emilio Giudice. Uno dei riferimenti locali della Lipu partecipa da tempo ai tavoli tecnici ministeriali. La riunione in città sarebbe servita a monitorare sul campo, anche la stessa Riserva Biviere. Gli operatori non hanno mai nascosto di ritenere che nell’area, oggi sotto vincolo, possano esserci diverse discariche ormai interrate, anche di idrocarburi. Una venne individuata in passato. Furono effettuati campionamenti. Per ottenere i risultati finali è stato necessario attendere degli anni e solo l’insistenza dei responsabili del Biviere ne ha permesso il rilascio. Quell’impegno sembra diventato lettera morta. “Purtroppo – spiega Giudice – sembra che tutto debba essere fatto di nostra iniziativa. Se non scriviamo o inviamo richieste ufficiali, niente si muove. Si era deciso di organizzare una riunione in città, ma non c’è stato un seguito”.

Sopralluoghi nelle ex discariche di rifiuti industriali di Marabusca e Piana del Signore risalgono allo scorso anno. I tecnici del Comune, dopo anni, hanno completato l’installazione di reti protettive, che dovrebbero impedire l’accesso all’area della discarica di Piana del Signore, spesso usata per pascolare le greggi, nonostante la contaminazione in atto, riconosciuta dagli enti di controllo che partecipano ai tavoli romani. Non c’è mai stato un vero coordinamento. Regione, ministero ed enti fanno fatica a ricostruire gli incartamenti e la documentazione delle procedure di bonifica che toccano il territorio locale. Tutto questo, mentre il piano di gestione e quello di risanamento ambientale non vengono attuati. Le procedure di infrazione sono partite da tempo.

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