“Argo-Cassiopea in produzione dal 2024”, confronti Enimed-sindacati: nuovo ad per l’azienda

 
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Gela. “Le previsioni di Enimed rimangono confermate e se non ci saranno contrattempi autorizzativi, l’azienda ritiene che “Argo-Cassiopea” possa andare in produzione nel 2024”. Il segretario provinciale della Uiltec Maurizio Castania, insieme agli altri rappresentanti sindacali delle sigle del settore, ha partecipato ad un incontro con i vertici della società del gruppo Eni che coordina l’importante investimento sul gas. Non era un vero e proprio tavolo di confronto, quanto invece l’occasione per la presentazione del nuovo amministratore delegato, Alina Pomar, che succede ad Emiliano Racano. “I lavori nell’area a terra sono in corso e andranno avanti anche in questi mesi – dice ancora Castania – le autorizzazioni sono state rilasciate. Si attende solo quella per ulteriori attività in mare. Approfindiremo ancora con un incontro ulteriore”. Il management della multinazionale non cambia cronoprogramma, anche se sulle autorizzazioni ci sono stati tempi piuttosto lunghi. Gli appalti principali sono stati affidati, anche per la posa della pipeline di collegamento tra i campi estrattivi “Argo” e “Cassiopea” e la base a terra, che poi immetterà il gas nella rete nazionale. L’investimento è quello principale dell’intero protocollo di intesa del 2014. I sindacati, più volte, hanno spinto per il rispetto delle tempistiche e per lavori che possono dare collocazione a manodopera dell’indotto.

Anche a livello nazionale si guarda con molto interesse al progetto, che dovrebbe far aumentare le riserve interne di gas. Di recente, sia il sindaco Lucio Greco che il presidente dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, hanno citato “Argo-Cassiopea”, inserendolo nel contesto di un vero e proprio hub energetico, da integrare con una portualità locale che necessita di investimenti e di superare lo stallo. Rimangono almeno due punti interrogativi, il tavolo sulle prescrizioni imposte ad Enimed, anche nelle autorizzazioni comunali rilasciate, e la ripartizione delle royalties estrattive, dalla quale è al momento escluso proprio l’ente comunale.

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