“Armi custodite per gli Emmanuello”, accuse prescritte: tre erano in appello

 
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Gela. Anche le ultime contestazioni sono state coperte dalla prescrizione. Si è chiuso così il procedimento di secondo grado nei confronti di Giacomo Cagnes, Orazio Meroni e Giuseppe Stimolo. Il collegio penale del tribunale di Gela, in primo grado, pur riconoscendo la prescrizione di diversi capi di imputazione, aveva comunque condannato ad un anno e dieci mesi di reclusione Cagnes e Meroni; un anno, invece, per Stimolo. Venne assolto un altro imputato, il vittoriese Giovanni Avvento. Per i pm della Dda di Caltanissetta, i quattro avrebbero avuto la disponibilità di armi, nell’interesse del gruppo di Cosa nostra degli Emmanuello. Ricostruzione che le difese hanno sempre escluso. Dopo le condanne di primo grado, le sentenze sono state impugnate da tutti i legali dei tre coinvolti, gli avvocati Carmelo Tuccio, Flavio Sinatra e Mariella Giordano. In appello, la procura generale ha chiesto la conferma delle decisioni del collegio gelese. I legali, facendo leva sui motivi del ricorso, hanno non solo sostenuto l’infondatezza di quanto contestato dall’accusa, ma sollevato anche la prescrizione. I magistrati della Corte d’appello di Caltanissetta hanno accolto la linea dei legali, disponendo appunto la prescrizione che chiude il procedimento per i tre.

L’attenzione degli investigatori si concentrò su alcuni potenziali affiliati al gruppo degli Emmanuelo, fino ad individuare l’ex militare della capitaneria di porto Cagnes e gli altri due imputati. Ora, la prescrizione chiude la vicenda.

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