Armi custodite per gli Emmanuello, via a giudizio di appello: c’è anche ex militare marina

 
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Gela. In primo grado, anche a seguito della prescrizione di diversi capi di imputazione, vennero emesse condanne di entità inferiore rispetto a quelle richieste dai pm della Dda di Caltanissetta. Le difese hanno comunque impugnato le decisioni ed è partito il giudizio di appello nei confronti dell’ex militare della marina Giacomo Cagnes, di Orazio Meroni e Giuseppe Stimolo. Vennero raggiunti dall’accusa di aver avuto a disposizione armi, custodite per conto del gruppo di mafia degli Emmanuello. Gli investigatori approfondirono anche altre vicende, compresa l’intimidazione ai titolari di un’azienda edile locale, che subirono un attentato incendiario. Un anno e dieci mesi di reclusione sono stati imposti a Meroni e Cagnes e un anno a Stimolo. L’unica assoluzione ha riguardato il vittoriese Giovanni Avvento. Nel corso dell’inchiesta, si è fatta luce sui presunti piani di morte che sarebbero stati ideati per uccidere i fratelli Salvatore Burgio ed Emanuele Burgio, poco graditi al gruppo Emmanuello.

Gli imputati, attraverso i loro legali, chiedono di rivedere le decisioni pronunciate, in primo grado, dal collegio penale del tribunale di Gela. Il giudizio in Corte d’appello a Caltanissetta non è ancora entrato nel vivo. In aula si dovrebbe ritornare ad aprile. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio, Flavio Sinatra e Mariella Giordano.

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