Armi e droga per i Rinzivillo, inchiesta “Mutata arma”: difese ricusano giudici d’appello

 
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Gela. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, chiamati a valutare i ricorsi presentati dai legali di difesa dei coinvolti nell’inchiesta antimafia “Mutata arma”, si sono già espressi, in altri procedimenti, sull’esistenza del presunto gruppo criminale e su alcuni degli imputati, ritenuti vicini ai Rinzivillo. Per questo motivo, le difese hanno deciso di ricusarli. Una scelta formalizzata, in apertura del giudizio di secondo grado. A contestare le condanne emesse dal gup del tribunale nisseno sono Graziano Vella, Davide Faraci, Maich Vella, Carmelo Vella, Salvatore Graziano Biundo, Davide Pardo e Andrea Tomaselli. I magistrati valuteranno l’istanza di ricusazione e la decisione dovrebbe arrivare la prossima settimana. Gli avvocati Salvo Macrì, Cristina Alfieri, Flavio Sinatra, Giuseppe Fiorenza e Ignazio Raniolo hanno proposto appello dopo le condanne di primo grado. Per gli investigatori, i Rinzivillo avrebbero potuto contare sulle armi, modificate dai Vella, ma anche su un traffico di droga, gestito da pusher e corrieri di fiducia.

Nel maggio dello scorso anno, sono stati imposti undici anni e otto mesi di reclusione a Graziano Vella, undici anni e quattro mesi a Maich Vella, dieci anni ciascuno per Davide Faraci e Salvatore Graziano Biundo (gli sono state riconosciute le attenuanti generiche), sei anni e quattro mesi a Carmelo Vella, due anni (in continuazione con una precedente sentenza di condanna) a Davide Pardo e un anno e quattro mesi ad Andrea Tomaselli.

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