Armi e droga per i Rinzivillo: pg in appello, “condanne da confermare”

 
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Gela. Le condanne emesse dal gup del tribunale di Caltanissetta vanno confermate. Lo ha spiegato il procuratore generale nel corso del giudizio d’appello che vede come imputati diversi coinvolti nell’inchiesta antimafia “Mutata arma”. Sono ritenuti affiliati al clan Rinzivillo e si sarebbero occupati di procacciare armi e droga. In primo grado, al termine del giudizio abbreviato, il gup nisseno ha condannato ad undici anni e otto mesi di reclusione Graziano Vella, a undici anni e quattro mesi Maich Vella, a dieci anni ciascuno Davide Faraci e Salvatore Graziano Biundo, a sei anni e quattro mesi Carmelo Vella, a due anni (in continuazione con una precedente sentenza di condanna) Davide Pardo e ad un anno e quattro mesi Andrea Tomaselli. Decisioni che secondo la procura generale vanno confermate, perché supportate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dal contenuto di centinaia di intercettazioni. A luglio, toccherà alla difesa di Tomaselli replicare (è sostenuta dall’avvocato Ignazio Raniolo). Gli altri legali, invece, potrebbero concludere dopo settembre. Sul giudizio pende l’esito del ricorso in Cassazione che le difese di Davide Faraci, Carmelo Vella, Graziano Vella e Salvatore Graziano Biundo (con gli avvocati Flavio Sinatra, Salvo Macrì e Cristina Alfieri) hanno già depositato, ritenendo che vada dichiarata la ricusazione dei giudici di appello.

I magistrati, in altri procedimenti di mafia, si sono pronunciati sull’esistenza del gruppo Rinzivillo e sulle posizioni anche di alcuni degli imputati. Secondo le difese, non assicurerebbero la necessaria terzietà, anche se il presidente della Corte d’appello ha respinto una precedente richiesta di astensione che era stata formulata dai giudici. L’indagine venne condotta dai poliziotti e dai pm della Dda che arrivarono a ricostruire diverse dinamiche sulla disponibilità di armi e sui viaggi per la droga. Nel pool difensivo c’è anche l’avvocato Giuseppe Fiorenza.

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