Armi e munizioni nel casolare, Antonuccio in appello: caduta aggravante mafiosa

 
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I carabinieri arrivati nel casolare

Gela. In primo grado, lo scorso febbraio, i pm della Dda di Caltanissetta hanno chiesto dodici anni di reclusione per il quarantenne Giuseppe Alessandro Antonuccio, che venne arrestato dopo un blitz dei carabinieri in un casolare di contrada Piana del Signore. Furono sequestrate armi e munizioni. Nell’abitazione di Antonuccio, c’erano anche una pistola calibro 7,65, con matricola abrasa, oltre a diversi grammi di cocaina. Il gup del tribunale nisseno gli ha però imposto la condanna, meno pesante, a quattro anni di detenzione. Verdetto che è stato impugnato dai legali del quarantenne, gli avvocati Laura Caci e Boris Pastorello. Il ricorso è stato depositato. Al termine del giudizio di primo grado, la difesa è comunque riuscita ad ottenere una sentenza emessa solo per le accuse relative al possesso delle armi e delle munizioni. Sono cadute, invece, le altre contestazioni, a partire dall’aggravante mafiosa.

Secondo i pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, c’era il sospetto che le armi potessero finire nella disponibilità dei clan. Accusa che il gup non ha accolto, in questo caso confermando le indicazioni dei legali. Nel blitz, vennero fermati anche due braccianti stranieri, adesso irreperibili.

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