“Asp guarda solo al Sant’Elia”, Di Cristina: “In città niente servizi, caso all’Ars”

 
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Il segretario dem Peppe Di Cristina

Gela. All’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta si susseguono le inaugurazioni. Le ultime, solo in ordine di tempo, quelle del plesso materno infantile (alla presenza dell’assessore regionale Ruggiero Razza) ma anche il via libera al “reparto polmone”, per alleggerire il pronto soccorso della struttura ospedaliera nissena. In città, invece, il pronto soccorso infettivologico non è ancora partito, così come la nuova terapia intensiva; per non parlare del centro diurno per l’autismo, che avrebbe dovuto vedere la luce, già alcuni anni fa, ma non si notano tracce di una potenziale partenza. Uno squilibrio di risorse e servizi, che ancora una volta fa scoppiare il caso. Il segretario provinciale dem Peppe Di Cristina, anche in piena ondata pandemica, aveva denunciato l’accentramento, quasi totale, di risorse sul “Sant’Elia”, a discapito di un “Vittorio Emanuele”, dove si fa la conta dei tagli e delle incompiute. “Mentre al “Sant’Elia”, il management di Asp ha addirittura autorizzato l’avvio di un reparto “polmone”, per non gravare troppo sul pronto soccorso, al “Vittorio Emanuele” i sanitari e gli operatori del pronto soccorso devono stare in prima linea, con una struttura del tutto intasata e senza adeguate risorse, in termini di personale e dotazione – dice Di Cristina – non si tratta di campanilismo, l’ho più volte precisato. Si tratta di rispettare i diritti di tutte le comunità, ad iniziare da quella della città più grande di tutta la provincia. E’ inaccettabile che il pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” venga lasciato al proprio destino. Cosa ne pensano i manager di Asp? Mi pare di capire che guardino da altre parti, piuttosto che investire sul presidio gelese”.

I dem si preparano ad un’iniziativa parlamentare, attraverso il deputato regionale Giuseppe Arancio. “Su questa vicenda – aggiunge Di Cristina – chiederemo un’audizione in commissione sanità all’Ars. Ci sono troppe cose che non vanno e che gravano esclusivamente sul “Vittorio Emanuele”. Tutto questo è insopportabile”.

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