Aspettavano porcellane griffate e regali di nozze, i clienti hanno già pagato ma i titolari del negozio sembrano spariti

 
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Gela. Prima il pestaggio, adesso l’assenza prolungata e una lunga lista di presunti raggiri. In pochi giorni, gli affari di un noto negozio di oggettistica della città sarebbero finiti al centro di una mirata indagine.


Tanti clienti non riescono a rintracciare la titolare. Gli inquirenti non confermano e neanche smentiscono i risvolti della vicenda.

Alcuni elementi agli atti sono inconfutabili, come il pestaggio della giovane titolare del negozio e, il giorno seguente, quello del suo compagno. Per entrambi si è rivelato indispensabile ricorrere alle cure mediche ospedaliere. La donna, addirittura, è stata sottoposta ad una tac. Gli stessi avrebbero riconosciuto i loro aggressori, parlando di persone conosciute.

A distanza di giorni, arrivano le prime accuse di possibili raggiri avanzate da clienti. Sono allarmati dalla prolungata assenza della titolare. L’ipotesi dell’allontanamento legata a problemi di sicurezza personale sembra quasi messa in ombra dalla mancanza di un atteggiamento responsabile nei confronti dei clienti, ansiosi di ricevere anche una banale telefonata di riscontro.

Cosi, per almeno una decina di clienti del negozio di oggettistica, si potrebbe aprire la via del raggiro. Convinzione avvalorata sia dall’improvvisa indisponibilità della titolare sia dalla saracinesca del negozio abbassata ormai da qualche giorno.

In base alle prime indiscrezioni, la commerciante avrebbe incassato somme per diverse migliaia di euro, acconti per particolari liste nozze e oggetti da regalare. Si parla di pregiate porcellane e complementi d’arredo.

Uno dei presunti clienti truffati, venerdì pomeriggio, ha minacciato di sporgere formale denuncia presso il reparto territoriale dei carabinieri e di adire alle vie legali contro l’esercente. “Ha incassato un assegno da tremila euro – racconta una donna – quale acconto di un servizio di bicchieri e tazze di pregiata porcellana non ancora consegnati. Sembra sparita nel nulla”. La presunta vittima ha cercato, inutilmente, di rintracciare i familiari della commerciante nella speranza di cancellare l’incubo del raggiro economico. “Ad avvalorare i nostri sospetti del raggiro – incalza la malcapitata – sono le testimonianze raccolte, casualmente, da altre persone incontrate davanti al negozio chiuso. Anche questi, come noi, avrebbero consegnato acconti economici in cambio di merce mai consegnata”.

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