Assegni “sospetti” per le serate in discoteca, parte giudizio: accusa è di calunnia

 
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Gela. L’ipotesi è che possa essersi trattato di un raggiro, con conseguenze anche per uno degli organizzatori di alcune serate, negli scorsi anni svoltesi in una discoteca della città. A risponderne, davanti al giudice Miriam D’Amore, è una delle responsabili del locale, almeno in quel periodo. E’ accusata di calunnia. Dopo il pagamento effettuato a tutti gli organizzatori e ai pr, emerse però che diversi assegni furono denunciati come smarriti o addirittura rubati. Per l’accusa si sarebbe trattato solo di uno stratagemma, così da stoppare i pagamenti effettuati, nonostante i regolari incassi delle serate. Inizialmente, anche uno degli organizzatori finì sotto indagine. Difeso dall’avvocato Angelo Cafà, riuscì a dimostrare la totale regolarità della sua condotta.

Adesso, si è costituito parte civile nel giudizio avviato nei confronti di una delle responsabili del locale, che avrebbe segnalato gli assegni. L’imputata è difesa dall’avvocato Davide Limocello. Il dibattimento è stato aperto e nel corso delle prossime udienze verranno sentiti diversi testimoni.

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