Assenteismo al “Vittorio Emanuele”, tre dipendenti sospesi e 18 indagati

 
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I dipendenti vennero monitorati attraverso sistemi video

Gela. Tre amministrativi di Asp sono stati sospesi per un anno e altri quattro hanno l’obbligo di firma. Questa mattina, i poliziotti del commissariato, coordinati dai pm della procura, hanno eseguito i provvedimenti. Sono diciotto in totale gli indagati, compresi alcuni medici dell’ospedale. L’operazione “Exit” ha consentito di fare luce su presunti casi di assenteismo, tra i dipendenti di Asp, in servizio in città e soprattutto al “Vittorio Emanuele”. Gli investigatori si sono concentrati sull’uso dei badge, rispetto a fatti che risalgono a gennaio dello scorso anno. I coinvolti, destinatari della misura, sono stati sentiti negli scorsi giorni e avrebbero respinto le pesanti contestazioni.

“Nel corso della presente indagine, è stata cristallizza l’attitudine degli indagati ad assentarsi dal servizio durante il lavoro per l’assolvimento di impegni privati di varia natura. La Procura della Repubblica di Gela, sulla base delle risultanze investigative emerse – si legge in una nota – ha presentato in tempi celeri richiesta per l’odierna misura cautelare al gip, il quale, valutati i fatti, ha emesso disposto l’interdizione cautelare a svolgere qualsiasi attività inerente il proprio Ufficio nei confronti di tre degli indagati e l’obbligo di firma presso il Commissariato, un’ora prima ed un’ora dopo il turno di servizio, nei confronti di ulteriori quattro indagati. Si aggiunga, infine, che pur nel breve lasso di tempo nel quale si è sviluppata la presente attività d’indagine (circa due mesi), sono stati acquisiti numerosi episodi di assenteismo riconducibili agli indagati, segno evidente di una dilagante noncuranza dei doveri d’ufficio inerenti alla pubblica funzione esercitata, cagionando, quindi, un danno all’immagine della stessa struttura sanitaria di appartenenza, impegnata quotidianamente ad assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino”. Il Questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari ha spiegato che “si mescolano soddisfazione per il risultato investigativo e tristezza perché esso ha riguardato impiegati pubblici infedeli e che avrebbero mancato al proprio dovere di servizio verso i cittadini. Esprimo apprezzamento per gli investigatori perché fare indagini in un contesto pubblico non è facile tantomeno a Gela”.

2 Commenti

  1. Siccome la struttura e talmente efficiente che questi signori pensavano di poter fare a meno di lavorare, ma no di timbrare e percepire stipendio.
    Quindi ricapitoliamo nelle cucine del Vittorio Emanuele i dipendenti della ditta che gestisce rubavano e facevano i cazzi propri .
    All amministrazione si timbra e poi via a fare i cazzi so
    I medici si fanno i cazzi so
    Ma scusate?
    Il direttore sanitario?
    Il direttore generale?
    Sicuramente all oscuro di tutto
    Speriamo almeno nella magistratura in pene esemplari, altrimenti il messaggio che passa e che al vittorio Emanuele di Gela chiunque si può fare i cazzi propri tanto non se ne accorge nessuno
    E se per ipotesi si dovessero accorgere qualche mese di sospensione e ni ni nisciemmu

  2. Se i fatti saranno accertati non basta un anno di sospensione ma bensì licenziamento in tronco per giusta causa . Ci sono parecchi diplomati e laureati in città che potrebbero lavorare !!!!

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