Assistenza ai poveri e sistema pensionistico, quando il meridione faceva scuola

 
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Gela. La grande rivoluzione industriale su base capitalistica dell’ottocento pose in evidenza, in tutta l’Europa, il problema sociale. Tutti i lavoratori che si trovavano in uno stato di indigenza e di povertà e non potevano più  essere sostenuti dalla beneficenza pubblica o dalla solidarietà dei familiari, furono presi in considerazione dal nuovo mondo del lavoro e i regnanti di allora non poterono più trascurare il fenomeno degli infortuni sul lavoro. In Inghilterra, tra la fine del cinquecento e il seicento fu promulgata la legge del Poor Laws, la prima legge di assistenza dei poveri in caso di impossibilità di assistenza familiare.

Per diminuire la criminalità, il Regno delle Due Sicilie, povero e degradato, come sostengono i nordisti, nel 1751, costruì l’imponente Real Albergo dei Poveri alle porte delle città  per l’accoglienza e la rieducazione di circa  ottomila poveri.  Successivamente  Ferdinandopoli a San Leucio, dove nel 1789, vennero classificati diritti e doveri degli abitanti lavoratori della colonia.

Un altro provvedimento del 1813, istituito a Napoli da Gioacchino Murat che prevedeva una ritenuta del 2% sugli stipendi degli impiegati statali da capitalizzare come fondo pensione da restituire a fine rapporto di lavoro.
Siamo di fronte a un sistema pensionistico in Europa, nato nel Regno delle Due Sicilie. Il lavoratore con 8 ore di lavoro giornaliero avrebbe avuto diritto dopo 20 anni a 1/3 dello stipendio. dopo 25 anni alla metà, ai 5/6 dopo i 35 e all’intero stipendio dopo i 40.
La restaurazione del Regno Borbonico, dopo il trattato di Vienna del 1815, permise la conservazione delle buone leggi francesi e nel 1821 la istituzione di una Cassa delle Pensioni e sovvenzione dei professori giubilati addetti ai reali teatri. Prevedeva una pensione volturabile per eredità alle vedove dei dipendenti, Trattamento di Giubilazione e l’assistenza medica gratuita. Il 4 gennaio 1831, Ferdinando II, instituì il Regolamento per la Reale Commissione di Beneficenza che prevedeva un assegno di disoccupazione per “coloro i quali non potevano assolutamente con il proprio travaglio sostenere se medesimo e la propria famiglia (art. 1)”. All’art. 4 erano previsti assegni di invalidità per gli invalidi. Si tratta dei primi assegni di invalidità che lo stato Italiano comincia ad emettere nel 1984. Lo stato assistenziale si fece strada in Europa, dopo quello delle Due Sicilie e la stessa Inghilterra, dopo il Poor Laws del seicento, si dotò di strumenti assistenziali più moderni; la Germania con Otto Von Bismark introdusse nel 1883 l’assicurazione Sociale per diminuire il tasso di mortalità sul lavoro. Solo nel 1889 veniva emanata una legge che istituiva la pensione per i lavoratori dipendenti. Il nuovo Regno d’Italia, solo nel 1898 istituisce la Cassa Nazionale di Previdenza per l’Invalidità e la vecchiaia per gli operai, antesignana dell’INPS, su base volontaria fino al 1919.
Non vogliamo parlare del sistema pensionistico attuale che è un vero disastro e si avvicina al collasso, questi i fatti che desideriamo portare a conoscenza delle nuove generazioni, perché senza storia e dignità personale, non possono arrivare da nessuna parte. Mi chiedo, un giovane che inizia la sua carriera politica, dove spera di arrivare?
Se non conosce se stesso e la propria storia qual è il suo avvenire? Può fare meglio dei politici che ci hanno preceduto?

Ma visto che sono stati capaci solo di arricchirsi questi non potranno fare meglio, in questo campo sono i migliori i politici attuali e non hanno rivali perchè uno stato inefficiente e dedicato alla politica del laissez faire non può durare in eterno. Beato il Manzoni che giustificava ogni avvenimento in funzione della Divina Provvidenza e anche lo spietato criminale verrà punito per i suo crimini, vedi Don Rodrigo e lo stesso Innominato. Ma dopo 160 anni, non è successo niente, i nordisti ci hanno invaso, distrutti, massacrati, cancellato la storia e la dignità e nessuna provvidenza è intervenuta. Mi sorge il dubbio che esiste una connivenza con la chiesa cattolica, che ha dimenticato i saccheggi delle chiese meridionali e l’uccisione di preti nelle rispettive chiese. Tutto questo sembra il pessimismo cosmico Leopardiano. Ma fino a quando i meridionali non prendono coscienza della realtà storica, ogni nostra speranza è vana.
I nostri giovani crescono all’ombra degli insegnamenti dettati da una cultura imparziale e partigiana,comandata dai colonizzatori nordisti. I politici da anni insegnano come rubare e come farsi strada per arricchire il proprio patrimonio senza porsi alcuno scrupolo, consapevoli che rimarranno impuniti.

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