Assolto dopo due anni, finisce l’incubo per un noto commerciante gelese

 
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Gela. Era stato coinvolto in una maxi operazione della Guardia di Finanza contro la camorra napoletana. A distanza di quasi due anni Biagio Cocchiaro, commerciante di ortofrutta, è stato assolto. Il suo incubo è finito.

Il primo risvolto giudiziario lo aveva ottenuto nel giugno del 2010, quando era stato annullato l’ordine di arresto nei confronti del commerciante all’ingrosso di ortofrutta. Fu lo stesso il Gip del tribunale di Napoli,  ad emettere il provvedimento, dopo il ricorso dei legali Flavio Sinatra e Tonino Gagliano.

E nel corso delle successive indagini sono caduti i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Cocchiaro. La camorra napoletana avrebbe imposto tariffe e trasporti con alcune aziende compiacenti.In manette finirono oltre a Cocchiaro, anche Gianluca Costa, e Giuseppe Antonio Domicoli.

Cocchiaro era accusato di concorrenza illecita di un’attività commerciale in concorso con Salvatore Pagano, titolare della ditta di trasporti «La Paganese», e considerato dagli investigatori un casalese. I difensori hanno prodotto una documentazione che ricostruisce la storia lavorativa di Cocchiaro, che da 30 anni svolge l’attività di commercio all’ingrosso.

Ad avvalorare la tesi difensiva l’operazione della polizia, dalla quale emerse che Cocchiaro veniva sottoposto ad estorsione dalle famiglie malavitose locali. A tirare in ballo i tre commercianti fu Carmelo Barbieri, ex uomo d’onore della famiglia Madonia, imparentato con Domicoli.

Ha contribuito alle indagini che hanno portato alla scoperta del cartello tra mafia e camorra che gestiva il trasporto su gomma in Italia, insieme a Felice Graziano, capo dell’omonimo clan di Quindici, nell’avellinese.

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