Assunzioni di comodo e richieste di soldi, gli affari della nuova stidda

 
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Gela. Il prossimo dicembre dovranno presentarsi

dai giudici del collegio penale del tribunale di Gela.

La stidda riorganizzata. E’ stato disposto il rinvio a giudizio nei confronti di quattro presunti esponenti della nuova stidda. La decisione è stata adottata dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta, che ha accolto per intero le richieste giunte dai pm della Dda. Il rinvio a giudizio è stato deciso nei confronti di Emanuele Palazzo, Carmelo Curvà, Paolo Di Maggio e Orazio Luciano Curvà. Ha invece patteggiato un altro imputato, Davide Nicastro. La sua posizione è stata riunita nello stesso procedimento. Il gup ha accolto la richiesta formulata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Maria Concetta Di Stefano. Per i magistrati della Dda nissena, sarebbero tutti componenti del gruppo della stidda riorganizzato. Sono stati ricostruiti i presunti affari degli stiddari, che avrebbero preteso anche assunzioni di favore in diversi cantieri edili della città, continuando comunque ad imporre il pagamento della messa a posto. Accuse che sono state respinte dai difensori, gli avvocati Salvo Macrì, Maurizio Scicolone, Cristina Alfieri e Nicoletta Cauchi. Il gup, però, ha deciso per il rinvio a giudizio, adottando una decisione praticamente analoga a quella, pronunciata lo scorso luglio, contro altri otto imputati, già finiti a processo. Gli approfondimenti d’indagine partirono dalla maxi inchiesta “Agorà”, che consentì di far luce proprio sui nuovi equilibri criminali nel gruppo della stidda. Nel giudizio contro Nicastro, parte civile era uno degli imprenditori estorti, costituito con l’avvocato Giovanni Bruscia.

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