Tra i clienti dei pusher della cocaina alcuni professionisti della città

 
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Gela. Nelle loro piazze di spaccio, i clienti non mancavano mai. Così, i carabinieri del reparto territoriale e quelli del comando provinciale, hanno ricostruito 1.400 episodi di cessione di droga. Le richieste principali riguardavano sempre la cocaina. Ci sarebbe questo dietro al presunto giro di affari gestito dal trentasettenne Crocifisso Di Gennaro, arrestato insieme agli altri presunti complici a conclusione del blitz “Cruis”. Per gli investigatori, proprio Di Gennaro era molto attento in tutte le sue mosse. I carabinieri l’hanno seguito per mesi, piazzando telecamere sia davanti alla sua abitazione sia nei pressi del bar “Cruis” a Caposoprano, che sarebbe diventato la base logistica di capi e pusher. Addirittura, uno degli arrestati si sarebbe appoggiato al figlio, diventato spacciatore per conto del gruppo. La cocaina la compravano tutti. Giovanissimi ma anche diversi professionisti, questo emergerebbe dal materiale investigativo, messo insieme dagli inquirenti, che hanno fatto partire l’indagine già nel 2015.

L’incendio del bar e le attenzioni degli investigatori. Dopo l’incendio che distrusse il bar “Evolution” di via Venezia, gestito dallo stesso Di Gennaro, l’attenzione degli inquirenti su di lui è stata quasi costante. I rapporti principali sarebbero stati instaurati con i corrieri catanesi Antonino Santonocito e Giuseppe Barbagallo e con l’albanese Almarin Tushja, che invece la cocaina la faceva arrivare dalla zona del ragusano. Di Gennaro, però, si sarebbe servito di una fitta rete di presunti complici, sempre per evitare le attenzioni degli investigatori. L’affare fruttava e si stimano somme non inferiori ai quarantamila euro al mese. La cocaina che arrivava in città serviva a soddisfare una domanda, mai in calo. I carabinieri del reparto territoriale, coordinati dal colonnello Antonio De Rosa, in città hanno ricostruito la geografia delle piazze di spaccio che sarebbero state in mano agli indagati, tanto da filmarli in diverse occasioni. Spacciavano pure in pieno giorno, nel cuore di Caposoprano, servendosi di pusher, perlopiù minorenni. Nelle prossime ore, gli indagati si presenteranno davanti al gip per gli interrogatori di garanzia.

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