Autoarticolato della Cosit fermato a Messina con carico tossico: l’azienda esclude anomalie

 
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Messina. Trasportava fango tossico proveniente dalle vasche Tas (trattamento di acque da sentina) della Raffineria di contrada Piana del Signore.

I controlli della polizia e della guardia costiera. A bloccare un autoarticolato della cooperativa Cosit, che cercava di imbarcarsi da Messina per attraversare lo stretto e raggiungere il porto di Villa San Giovanni, sono stati gli agenti della polizia e i militari della guardia costiera intervenuti grazie ad una segnalazione degli ispettori di bordo della “Caronte & Tourist”. Secondo le prime indiscrezioni, il conducente dell’autoarticolato, partito dalla fabbrica gelese del colosso energetico Eni, avrebbe cercato di eludere i controlli camuffando la segnaletica del rimorchio che avrebbe dovuto confermare la presenza di un carico tossico. Le forze dell’ordine dopo avere appurato la provenienza del carico hanno fermato il mezzo della cooperativa Cosit. Bisognerà accertare, adesso, chi ha autorizzato l’autoarticolato e dove era diretto il carico. Gli inquirenti potrebbero decidere di estendere una verifica anche alle vasche Tas. 

 La nota legale dell’azienda. “La nostra  assistita – scrivono i legali della Cosit Giovanni Panebianco e Alessandro Vella – che da diversi anni si occupa di trasporti per conto della Raffineria di Gela, ha curato un trasporto di rifiuti per la intermediaria Petroltecnica spa. Il  rifiuto in oggetto era  “fango da pulizia vasche Tas”. Detto rifiuto è stato sottoposto a rituali analisi  debitamente  e analiticamente indicati nei rapporti prova  come d’uso. A seguito di controllo da parte della Polizia Stradale di Messina il  mezzo della Cosit è risultato privo del  pannello  metallico  recante  la  lettera  “R”. Detto pannello è un modulo metallico richiudibile e bullonato presente sul mezzo che per causa ancora da determinare  era rimasto chiuso. La Polizia Stradale ha autorizzato alla prosecuzione del viaggio il mezzo della Cosit sino alla sede della Petroltecnica ed al ritorno a Gela”.

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