Lavare l’auto nel post covid costa dai 13 ai 20 euro, l’ira consumatori

 
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Gela. Il post covid porta come conseguenza l’aumento a volte non giustificato di scontrini e prezzi di servizi e prodotti al dettaglio. La riapertura della attività commerciali ha portato rincari e scontrini più pesanti per i consumatori in diversi settori. Aumenti in alcuni casi con concordati con le associazioni datoriali che lasciano perplessi i consumatori. Come nel caso dei lavaggisti. Chi ha avuto l’idea di pulire la propria auto ha scoperto con sorpresa alla cassa che il prezzo è cambiato in quasi tutti gli operatori, passando dalle vecchie 10 euro (qualcuno in via Venezia ha mantenuto il prezzo) alle 13 e fino alle 20 euro. Il prezzo varia anche a seconda del modello delle auto, dalle utilitarie ai Suv aumenta sensibilmente.

Senza preavvisare i clienti in molti casi la giustificazione è la seguente: abbiamo eseguito le operazioni di sanificazione all’interno dell’auto. Si tratta di attività che non possono essere improvvisate e, in modo particolare per quanto riguarda la sanificazione, è necessario che le attività che effettuano gli interventi siano in possesso di tutti i requisiti e le idoneità tecnico-professionali previste dalle normative di settore.

L’attività di sanificazione degli ambienti e delle loro pertinenze è riservata alle imprese di pulizia (codice Ateco 81.29.1) che abbiano i requisiti previsti dalla legge 82/1994 e che siano iscritte e certificate dal Registro delle Imprese – REA per la specifica categoria “imprese di sanificazione”. La Confesercenti ha ricevuto segnalazioni ed ha effettuato un controllo tra gli associati. “In effetti ci risulta un aumento dei prezzi – ammette il presidente Rocco Pardo – non concordato con la nostra associazione. Un aumento minimo del 30 per cento non concordato con noi datoriali”.

La posizione dei lavaggisti.

“Il listino risaliva al 2012 – hanno chiarito in una nota – e già allora i prezzi erano diversi ma abbiamo scelto di non aumentarli. Non è vero che si paga 20 euro ma 13 e 15 euro a seconda delle auto. Le utilitarie si pagano sempre 10 euro. Le uniche modifiche sono state apportate a monovolume, suv, Jeep e station wagon”. 

E non sono i soli. E’ aumentato anche il caffè al bancone, passando dalle 80 centesimi fino ad 1 euro, così come i cornetti da 1 euro a 1,20 o 1,30. Dalla Confcommercio fanno sapere che non sono variazioni diverse rispetto al pre-covid ma i consumatori stanno lamentando l’aumento generico, seppur lieve di tanti servizi e prodotti. Questi aumenti, stando a chi li ha praticati, sono dovuti in parte alla scarsità di alcune merci e in parte alle spese rese necessarie dalle nuove disposizioni per la sicurezza sanitaria. Insomma sarebbero  i maggiori costi per garantire la salute e la sicurezza dei clienti in questa fase di emergenza  scaricati sul prezzo finale. Va anche detto ci sono però imprenditori che hanno scelto di non aumentare i prezzi accettando una contrazione dei margini di profitto.

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