Azienda sequestrata, ex amministratore a giudizio: “Trovammo debiti per milioni di euro”

 
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Gela. Il sospetto, che ha poi portato all’indagine e al rinvio a giudizio, è di pesanti ammanchi economici durante la fase di amministrazione giudiziaria di un’azienda locale di autotrasporto, finita sotto sequestro in un procedimento per presunte infiltrazioni mafiose. Le accuse nei confronti degli imprenditori caddero e ritornarono nella piena disponibilità del complesso aziendale, trovandolo però appesantito dai debiti. Davanti al collegio penale del tribunale, ne risponde il professionista Francesco Di Bennardo. “Non avevamo mai avuto debiti consistenti – ha detto una delle responsabili della contabilità – invece, solo con l’erario il debito arrivò ad oltre un milione di euro, senza contare quelli maturati con i fornitori”. In base alle accuse, ci sarebbe stata una gestione non in linea da parte dell’ex amministratore giudiziario, nominato nel corso della procedura che portò al sequestro. Sarebbero mancate anche le carte contabili. La testimone, figlia di uno dei titolari dell’azienda, ha anche escluso di aver mai ricevuto rendiconti da parte dell’amministratore. “Non ne abbiamo mai saputo nulla”, ha detto. Ha spiegato che durante la fase di amministrazione giudiziaria “le azioni esecutive si susseguivano quasi ogni giorno”.

L’imprenditore e i due figli sono parti civili nel giudizio (assistiti dall’avvocato Renata Accardi), che si tiene davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni). In aula, si tornerà ad ottobre. Il professionista finito a processo è difeso dall’avvocato Flavio Sinatra.

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