Aziende intestate a prestanome, Domicoli respinge le accuse ma non risponde al gip

 
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I finanzieri hanno verificato la documentazione delle due aziende

Gela. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, anche se si è comunque dichiarato estraneo alle accuse che gli vengono mosse. Il quarantaquattrenne Claudio Domicoli, difeso dall’avvocato Flavio Sinatra, si è presentato davanti al gip del tribunale, dopo l’arresto della scorsa settimana. I finanzieri e i pm della procura ritengono che abbia continuato a gestire due aziende del settore dell’ortofrutta (ora sotto sequestro), pur gravato da misure imposte in passato, dopo il coinvolgimento in inchieste antimafia. Per sviare i controlli, in base all’indagine, si sarebbe servito di due prestanome, la figlia e un dipendente, che sarebbero risultati formalmente intestatari delle aziende. Domicoli è stato ristretto ai domiciliari. Anche la figlia ventiduenne (non raggiunta da misure di custodia cautelare) si è presentata dal gip e ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, comunque dicendosi innocente. Davanti al gip, sono stati assistiti anche dall’avvocato Annarita Lorefice.

Agli interrogatori ha preso parte il pm baldo Leo, che coordina l’inchiesta. Nell’indagine è coinvolto il quarantatreenne Giuseppe Fabrizio Martorana, dipendente che secondo gli inquirenti avrebbe a sua volta operato da prestanome di Domicoli.

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