Aziende intestate fittiziamente a familiari, Palmeri a processo: parte dibattimento

 
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Gela. Avrebbe continuato, di fatto, a gestire tutte le aziende del suo gruppo, con importanti profitti. L’imprenditore cinquantanovenne Rocco Palmeri si sarebbe appoggiato a due familiari, il cognato e la nipote. La “Carni del Golfo” e la società “Tir Italia” sarebbero state intestate fittiziamente ai familiari, ma l’imprenditore avrebbe comunque gestito tutto, violando le misure che non glielo consentivano. Negli scorsi mesi, i finanzieri misero a segno un’operazione, che condusse all’arresto di Palmeri. Ora, ne deve rispondere davanti al collegio penale del tribunale. I pm della procura hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Il dibattimento è stato aperto. I difensori dell’imprenditore, gli avvocati Flavio Sinatra e Fernando Vignes, lo scorso maggio ne hanno ottenuto il ritorno in libertà, con i giudici del riesame che hanno disposto la revoca degli arresti domiciliari. Dopo l’operazione, che ha determinato il sequestro delle due aziende, Palmeri è stato anche detenuto in carcere, perché avrebbe violato la prima misura degli arresti domiciliari che gli era stata imposta.

Le difese hanno ottenuto la revoca e il ritorno in libertà. L’imprenditore si è presentato in giudizio. L’attività istruttoria entrerà nel vivo a novembre.

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