“Balbo va sfiduciato”, documento dem-grillini: Pd conferma, “al sit-in di Timpazzo”

 
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Gela. “Il presidente della Srr4 Filippo Balbo va sfiduciato”. Dem e grillini condividono la stessa linea sull’attuale gestione del servizio rifiuti e hanno anche rilasciato un documento condiviso. “Alla luce del percorso fatto sul tema dei rifiuti nell’ultimo periodo per scongiurare l’ipotesi che Gela possa diventare la discarica della Sicilia e soprattutto alla luce delle immagini degli ultimi giorni che ritraggono la fila di automezzi che trasportano immondizia sulla strada che conduce a Timpazzo, abbiamo deciso di elaborare un documento congiunto programmatico sul tema del ciclo integrato dei rifiuti. Sperando che prima o poi si possa passare da un approccio preistorico e di mero business ad un altro teso all’economia circolare. Prendiamo atto delle nuove iniziative del sindaco – spiegano dem e grillini – ma a lui chiediamo di farsi promotore, all’interno dell’assemblea dei sindaci, della sfiducia al presidente della Srr, che ha dato disponibilità affinchè la discarica di Timpazzo potesse accogliere i rifiuti, senza scomodare la Tegione che di fatto non ha emesso ad oggi alcuna ordinanza. Formuleremo le nostre istanze al sindaco durante il consiglio monotematico o attraverso una mozione, così da impegnarlo ad agire nel concreto oltre la propaganda”. I dem hanno concluso, in serata, la direzione d’urgenza. Il partito, come conferma il segretario Guido Siragusa, aderisce al sit-in, annunciato dal sindaco Lucio Greco. “Per noi è un tema dirimente – dice Siragusa – saremo al sit-in di giovedì. E’ una delle iniziative che stiamo mettendo in campo. Per noi, è fondamentale. Chi è con la città deve opporsi all’aumento dei rifiuti destinati a Timpazzo. Ci spogliamo anche delle appartenenze politiche. A giorni, presenteremo una mozione, da trattare in consiglio comunale”. Sono stati proprio i dem ad alzare il livello della mobilitazione e questa sera si sono riuniti, su richiesta di Siragusa. Il segretario provinciale Peppe Di Cristina, presente alla riunione, conferma la linea politica. “Ritengo che davanti ad una situazione di questo tipo – spiega – chiedere le dimissioni di Balbo sia il minino. Il cda della Srr è responsabile di questo scempio, a danno del territorio gelese”. Al presidio aderiscono i segretari dei circoli democratici di Butera, Niscemi, Riesi e Mazzarino. Di seguito, riportiamo il documento condiviso da dem e grillini.

I cambiamenti climatici (stima dei danni economici 100 miliardi di €/anno), l’inquinamento del suolo, di aria da polveri fini e ultrafini (stima morti 8 milioni/anno), di ambienti acquatici marini, terrestri e delle falde, la perdita di biodiversità, la pandemia che ha messo in ginocchio l’intero pianeta, sono fenomeni che hanno un denominatore comune: le attività umane. Parole d’ordine come economia circolare, sviluppo sostenibile, transizione energetica non sono più appannaggio di ambientalisti ortodossi, di venti anni fa. Oggi, sono i Mattarella italiani, gli Xi cinesi, la Von del Leyen della Commissione Europea e perfino il presidente americano Biden a utilizzare tardivamente termini che solo le più lungimiranti menti avevano invocato decenni or sono. In breve, la sfida da affrontare si chiama Transizione ecologica. L’Unione Europea da tempo è divenuta punto di riferimento internazionale per le politiche avanzate in tema di fonti rinnovabili e politiche ambientali. Il Green New Deal (il Nuovo Patto Verde) e il Circular Economy Package hanno fissato obiettivi in materia di energia e di rifiuti molto ambiziosi, che riprogettano la società e l’economia di un futuro prossimo sostenibile. La minaccia più pericolosa cui si va incontro non sono più le procedure d’infrazione o le salatissime multe della CE. Oggi, chi non si adegua alla transizione ecologica mette in rischio il proprio benessere, la propria economia, la competitività dell’intero Sistema Paese. In questo preciso momento storico il paese Italia non può più permettersi di perdere tempo. La politica ha l’obbligo di tradurre queste istanze in nuove opportunità, processi virtuosi che facciano ripartire l’Italia imboccando la giusta direzione. In questo contesto la prevenzione della produzione di rifiuti e il ciclo integrato dei rifiuti ricoprono un ruolo cruciale a tutti i livelli istituzionali. Qualsiasi scelta determinerà, nel bene o nel male, a seconda della direzione in cui si deciderà di andare, il futuro del nostro Paese, delle nostre regioni e degli enti locali. Ridurre il gap tra Nord e Sud non è solo responsabilità dell’Europa o del governo italiano, ma è soprattutto responsabilità degli amministratori e della politica che gestisce i processi decisionali nelle regioni meridionali. Bisogna abbandonare il vecchio modello clientelare dei commissari e delle consulenze fini a se stesse. Occorre avere il coraggio e la responsabilità di passare ad un modello di eccellenza, di competenza, anche e soprattutto nella scelta di personalità che sappiano tradurre in processi virtuosi le sfide che dovremo affrontare. Noi siciliani siamo parte dell’Europa e vogliamo essere pronti per l’Europa del futuro. Non vogliamo essere più l’ultima ruota del carro, ma la forza motrice per la costruzione della transizione ecologica. Il governo Conte, sostenuto dal M5S e dal Pd, ha già fatto la sua parte recependo le direttive europee in materia di economia circolare. Dove tutto il sistema economico e sociale è ripensato, sin dalla progettazione dei beni di consumo, per prevenire la produzione di rifiuti. Per questo viene introdotto il concetto di “responsabilità estesa del produttore”. In questo caso la responsabilità non è soltanto del produttore di rifiuti, ma anche del produttore del bene/manufatto che è destinato a diventare rifiuto. In questo modo il produttore di beni è indotto a tenere conto, sin dalla ideazione e progettazione dei beni di consumo, delle modalità di riutilizzo e riciclo del manufatto post-consumo (rifiuto). Sono stati quindi introdotti nuovi obiettivi sui materiali avviati al riutilizzo, al riciclaggio ed al recupero di materia. Oltre agli obiettivi di raccolta differenziata sono stati fissati anche gli obiettivi minimi dei materiali effettivamente avviati al riutilizzo, al riciclaggio ed altri tipi di recupero di materia. Questo obiettivo al 2020 era del 50%, entro il 2025 dovrà arrivare al 55%, entro il 2030 al 60% ed entro il 2035 al 65%. In merito ai rifiuti organici l’introduzione dell’art.182-ter nel TUA (Testo Unico Ambientale) sancisce che “l’utilizzo in agricoltura è consentito per i soli prodotti in uscita conformi alla normativa vigente sui fertilizzanti”. Ciò implica che qualsiasi materiale organico (rifiuto, scarto o sottoprodotto) per essere utilizzato in agricoltura dovrà soddisfare le prescrizioni di trattamento e di prodotto finale previste nel nuovo Regolamento 2019/1009/UE sui fertilizzanti che entrerà in vigore il 16 luglio del 2022. Oggi, nessuno degli impianti di compostaggio tradizionali, né tanto meno quelli di biogas, sono in grado di rispettare le prescrizioni del nuovo Regolamento sui fertilizzanti. Quindi fanghi di depurazione e digestati di processi anaerobici per la produzione di biogas non potranno essere destinati a suoli agricoli se non rispettano le prescrizioni di detto Regolamento UE. Lo stesso vale per un impianto di compostaggio il cui compost prodotto non potrà essere destinato all’impiego in agricoltura se non rispetta i criteri del nuovo regolamento, ma destinato alla discarica come avviene oggi con molti degli impianti di compostaggio tradizionali. Vale dunque la pena continuare a costruire nuovi impianti di biogas che producono grandi quantità di digestato da trattare ulteriormente o nuovi impianti di compostaggio tradizionali? Riuscire a colmare il grave gap tra il Nord ed il Sud del Bel Paese, per noi siciliani è una sfida dentro la sfida che dobbiamo vincere oggi o mai più. E’ per queste ragioni che il M5S e il PD, attraverso i rappresentanti nei consigli comunali e i referenti locali e territoriali dei comuni che fanno parte della SRR4, hanno deciso di condividere un documento programmatico in linea con le direttive Europee, già recepite dal governo Conte, che possa esprimere una strategia sulla gestione dei rifiuti in contrapposizione con quella “preistorica” della SRR4, dove la discarica assume un ruolo centrale nella gestione dei rifiuti e dove il sindaco di Butera pensa di “tombare” i rifiuti nella discarica di Timpazzo all’infinito, mediante continui ampliamenti e abbassando i prezzi di conferimento in discarica. Questo approccio “primitivo” non è all’altezza della sfida che abbiamo di fronte. Questo approccio arcaico è una minaccia per la nostra agricoltura. Quell’agricoltura che è ancora oggi l’attività principale svolta dai siciliani con oltre 135.000 addetti e rappresenta il primo settore economico, al netto del settore petrolifero, di cui è noto che i profitti vanno fuori regione. Quell’agricoltura che sforna una miriade di prodotti pregiati con riconoscimenti DOP, DOC, IGT, DOCG e che fornisce un fiorente settore agro-industriale. Quell’agricoltura che in Sicilia vanta il maggior numero di aziende biologiche e la maggior estensione di superfici agricole (12%) destinate al metodo biologico in Italia ed in Europa. Settore dove il valore aggiunto sul prodotto agricolo è molto maggiore rispetto alle colture estensive ed intensive. Un modello che si sviluppi all’interno di una visione di economia circolare, dove si progetta una società a rifiuti zero, dove l’Europa stanzia decine di miliardi di euro di investimenti sui territori, affinché questi possano affrontare la sfida tecnologica e culturale di un’economia concretamente circolare. Abbiamo già più volte denunciato l’assurdità del Piano dell’Ambito (ex ATO CL2), adottato pochi anni fa (2016) ed oggi in capo alla Srr4, dove si prevede addirittura la realizzazione di un inceneritore della capacità di 40.000 ton/anno. Si ricorda che le nuove leggi più volte citate sull’economia circolare stabiliscono che i “materiali di cui è cessata la qualifica di rifiuti da utilizzare come combustibili o altri mezzi per produrre energia, o da incenerire, o da utilizzare in riempimenti o smaltiti in discarica, non sono computati ai fini del conseguimento degli obiettivi di riciclaggio”. Ma il legislatore europeo e, quindi, quello nazionale, al fine di un’applicazione sostanziale della gerarchia dei rifiuti prevista dall’art. 179 del TUA, ha introdotto l’allegato L-ter, in cui si prevedono nuove “tasse e restrizioni per il collocamento in discarica e l’incenerimento dei rifiuti e che incentivano la prevenzione e il riciclaggio, lasciando il collocamento in discarica come opzione di gestione dei rifiuti meno preferibile”. Nel nuovo allegato L-ter troviamo altre indicazioni sul nuovo concetto di gestione integrata dei rifiuti in linea con la gerarchia pensata per l’economia circolare, citiamo tra tutte il “sostegno alla ricerca e all’innovazione nelle tecnologie avanzate di riciclaggio; incentivi economici per le autorità locali e regionali, volti in particolare a promuovere la prevenzione dei rifiuti e intensificare i regimi di raccolta differenziata, evitando nel contempo di sostenere il collocamento in discarica e l’incenerimento”. L’attuale dirigenza della Srr4, con il sindaco di Butera, che punta sull’abbassamento dei costi di conferimento in discarica, vi sembra in linea con le nuove norme sull’economia circolare? Siamo in mano a gente che pensa di essere ancora agli anni ’70, dove l’alternativa alla preistorica discarica era l’inceneritore! Pensiamo che i cittadini siciliani meritino menti più illuminate, votate all’innovazione, capaci di volgere lo sguardo oltre l’orizzonte, in coerenza con l’economia circolare e con lo sviluppo sostenibile. Vogliamo in cabina di regia professionalità che esprimono perfetta sintonia con la linea strategica contenuta nel Piano di Risanamento Ambientale che recita “l’adozione delle migliori tecnologie disponibili non è sufficiente al miglioramento della condizione ambientale, per cui si richiede un approccio a monte, ovvero mediante il ricorso a processi tecnologici innovativi intrinsecamente più puliti”.

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