Bancarotta da 2 milioni di euro, “distratti tutti i beni”: chiesti rinvii a giudizio

 
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Gela. La bancarotta che viene contestata dai pm della procura ammonterebbe ad oltre due milioni di euro. Per questa ragione, è stato chiesto il rinvio a giudizio dei due ex amministratori di una società, con sede legale a Niscemi e interessi commerciali in diversi Comuni del territorio. Fu dichiarata fallita sei anni fa, con una sentenza dei giudici civili, ma secondo pm e militari della guardia di finanza, i due imputati l’avevano praticamente svuotata, sottraendo beni e capitali. L’azienda era stata attivata nel settore della produzione di gelati e dolci. Davanti al gup sono finiti Francesco Meneghini e Calogero Musco. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno ricostruito tutti i beni e le somme che sarebbero state distratte, a cominciare da oltre un milione di euro che venne concesso dal Ministero dello sviluppo economico, nell’ambito delle agevolazioni del “Patto territoriale Vittoria filiera agroalimentare”. Gli ex amministratori, inoltre, avrebbero fatto in modo di cedere ad un’altra società, della quale risultavano titolari, un’area produttiva, con capannone e terreno, secondo gli investigatori distraendo beni per un valore non inferiore agli 800 mila euro. Ci sono poi un altro capannone, ma anche licenze e autorizzazioni. Il pm Federica Scuderi, in aula davanti al gup Marica Marino, ha insistito per il rinvio a giudizio, ritenendo del tutto provate le contestazioni, compresa quella sulle scritture contabili e sui bilanci non tenuti dal 2012 al 2015.

I legali degli imputati, gli avvocati Simone Brusatori, Salvo Macrì e Corrado Cataudella, hanno invece concluso spiegando che in realtà non ci sarebbe stata nessuna distrazione né dei beni né del complesso economico, che sarebbero stati mantenuti, senza operazioni anomale, ma anzi nel tentativo di proseguire l’attività aziendale. La decisione del gup dovrebbe arrivare nelle prossime ore.

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