Base gas Eni, Ministero beni culturali ha rilasciato parere Via: Lorefice, “ora ultimo passaggio”

 
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Gela. I funzionari del Ministero dei beni culturali hanno firmato il parere favorevole alla proroga della Valutazione di impatto ambientale per i cantieri della base gas di Eni. Verrà trasmesso al Ministero dell’ambiente, che dovrà chiudere l’iter. La conferma arriva dal senatore del Movimento cinque stelle Pietro Lorefice. “Ci è stata comunicata l’avvenuta firma del parere da parte del Ministero dei beni culturali – dice – era quasi scontato, dopo due pareri favorevoli della Regione. Probabilmente, entro domani, verrà trasmesso al Ministero dell’ambiente, che deve chiudere la procedura”. Il tavolo istituzionale avviato in municipio ha chiesto ufficialmente che la procedura burocratica potesse prendere la via della definizione. Lorefice, che ha partecipato al tavolo, aveva già confermato che l’istruttoria era in atto. “Alla fine – continua – verrà rilasciato un decreto, che mette insieme tutti i pareri”. Con la proroga Via, non dovrebbero esserci più ritardi nella ripresa dei cantieri per la base gas di Eni. Si tratta dell’investimento finanziariamente più cospicuo che la multinazionale ha inserito nel protocollo di intesa del 2014. Ritardi si erano già registrati alla Regione. Lorefice, però, già al tavolo di confronto in Comune, è stato piuttosto chiaro rispetto al prossimo futuro economico del territorio. “E’ troppo facile fare solo sponda ad Eni. Gela non è solo Eni. Serve un confronto su uno sviluppo a trecentosessanta gradi – ha detto – sia chiaro, nessuno vuole che Eni lasci il territorio, anche perché deve ancora fare tante bonifiche e decommissioning. Con la monocommittenza rischiamo di fossilizzarci, continuando a dipendere da un’azienda che può anche decidere, per scelte strategiche, di chiudere tutto. Per questo, serve una nuova prospettiva”.

La proroga per la ripresa dei lavori viene ritenuta fondamentale dai sindacati, nella prospettiva di evitare la perdita di altri posti di lavoro. Anche dai manager Eni era giunta la richiesta di fare presto, anche per non rinunciare ai contratti già firmati. Ora, tocca al Ministero dell’ambiente.

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