“Basta ambiguità su Manfria”, Farruggia: “Risanare senza nuove lottizzazioni private”

 
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Il consigliere comunale Virginia Farruggia

Gela. Sul futuro urbanistico di Manfria l’amministrazione comunale deve assumere una “scelta forte e precisa”. “Non si può lasciare spazio ad interpretazioni o ad ambiguità”, dice il consigliere comunale del Movimento cinquestelle Virginia Farruggia. Le tante vicende, che da decenni ormai, ruotano intorno alla frazione balneare sono nuovamente riaffiorate. L’ex assessore all’urbanistica Francesco Salinitro, che riuscì ad arrivare all’approvazione definitiva del nuovo prg, ha parlato però di un “piano regolatore ormai vecchio e che regola male”. Per l’architetto, è necessario rivedere del tutto il prg e su Manfria sconsiglia di intervenire con varianti ad hoc. Il presidente della commissione consiliare urbanistica Giuseppe Morselli, che ha rilanciato la questione Manfria, ha comunque spiegato che l’ottica di riferimento rimarrà quella “dell’interesse del territorio”, richiamando “il rispetto della legge urbanistica”. La grillina Farruggia spiega le sue linee guida, che escludono nuovi interventi edilizi nella zona. “A Manfria servono anzitutto interventi di recupero e rigenerazione urbana, opere di urbanizzazione primaria ed un maxi intervento volto al rilancio turistico della zona. Serve un piano esecutivo pubblico chiaro che metta in risalto le tante opportunità legate alle risorse naturali, paesaggistiche, archeologiche ed etnoantropologiche presenti nell’intera area, sancite da pianificazioni sopraordinate al Prg, e non una serie di piani di lottizzazione privati, spesso mossi solo da meri interessi commerciali e speculativi. Con una visione di pianificazione e di sviluppo economico – dice Farruggia – bisogna tracciare il solco per un’area turistico-residenziale interdetta a nuove costruzioni non funzionali. Servono vere opere di rigenerazione urbana, sostenibili e tese a creare spazi comuni di socialità, a riqualificare il patrimonio immobiliare esistente contrastando il consumo di suolo e ad una nuova mobilità leggera che possa rendere questa zona vivibile e accessibile, anche ai residenti. Ci auguriamo che l’amministrazione individui delle congrue competenze per realizzare un intervento importante per lo sviluppo turistico della città, che possa disinnescare qualsiasi interesse speculativo, favorendo il bene comune”. Ad oggi, secondo il consigliere, non si riesce a capire quali siano le reali intenzioni della giunta, mentre l’assessore Giuseppe Licata ha comunque spiegato che c’è l’intenzione di “mettere mano su Manfria”. “È passato un ulteriore anno da quando anche questa amministrazione ha iniziato a “mettere mano alla zona di Manfria”, che comprende le zone balneari ad alta vocazione turistica di Femmina Morta, Roccazzelle e Piano Marina. Sarebbe già importante – aggiunge – capire cosa voglia dire mettere le mani su Manfria, ma sarebbe anche interessante, dopo un anno, capire quale sia la posizione dell’amministrazione e quando abbia intenzione di intervenire concretamente sul tema. Il consigliere non condivide diversi possibili interventi richiamati da Salinitro e punta ancora sul fatto che il Prg debba anzitutto essere adeguato al piano di gestione di Rete Natura 2000.

“Sarebbe altrettanto importante capire quale sia la visione di chi giudica, oggi, il Prg già abbondantemente superato ma rimette in gioco il tema dell’aeroporto a Gela – spiega ancora rispondendo a Salinitro – dimostrando di avere una visione del territorio ben più antica del piano stesso. Basterebbe infatti collegare stabilmente e velocemente l’aeroporto di Comiso, potenziando ed ammodernando l’attuale linea ferrata Gela-Comiso, prima di pontificare sulla pianificazione. Parliamo di mega variante e di adeguare il Prg ai contenuti del Piano commerciale comunale, quando prima di tutto bisognerebbe redigerlo un nuovo Puc, rispondente ad una visione di sviluppo commerciale concreta e soprattutto di insieme. Ma il peccato originale di questo Prg resta il mancato adeguamento al Piano di gestione Rete Natura 2000, vero piano strategico in grado di fornire strumenti concreti ed innovativi per lo sviluppo economico del territorio. E’ l’unico piano che ci consentirebbe di uscire fuori dalle continue procedure di infrazione, causate dalle violazioni delle procedure Via-Vas. Eppure, pare non si voglia far nulla per adempiere agli obblighi di legge sulla pianificazione e soprattutto pare si voglia continuare a non voler applicare piani approvati e quindi assolutamente in vigore”.

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