Beni confiscati alla mafia, confronto in prefettura: “Fondi Pnrr per valorizzarli”

 
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Caltanissetta. Il prefetto Chiara Armenia ha tenuto nella mattinata odierna una riunione, alla quale hanno partecipato sindaci, amministratori e responsabili degli uffici tecnici dei Comuni di Caltanissetta, Butera, Gela, Mussomeli, Niscemi, Riesi, San Cataldo, Sutera e Vallelunga Pratameno, allo scopo di promuovere iniziative mirate all’utilizzo dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, dei quali gli enti sono destinatari. I sindacalisti della segreteria regionale della Cgil, nelle ultime settimane, hanno inviato note ufficiali per sollecitare il tavolo e non perdere i finanziamenti del Pnrr. Il prefetto, in particolare, ha voluto fare il punto sulle iniziative progettuali messe in campo dagli enti per partecipare all’avviso dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, volto alla valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie nell’ambito degli interventi descritti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i cui termini di scadenza, inizialmente fissati entro il 24 gennaio, sono stati prorogati al prossimo 28 febbraio.

Il Prefetto ha ricordato che il Pnrr ha previsto l’assegnazione di 300 milioni di euro per la realizzazione di 200 progetti nelle otto Regioni del Mezzogiorno d’Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Almeno 250  milioni di euro riservati a progetti selezionati attraverso l’avviso, che ha lo scopo di individuare, mediante procedura valutativa selettiva con graduatoria, proposte progettuali finalizzate al recupero, alla rifunzionalizzazione e alla valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso opere di demolizione e ricostruzione, ristrutturazione o adeguamento per le finalità prescritte nel decreto di destinazione. Il prefetto ha segnalato che sarebbero ammissibili progetti orientati alla creazione di strutture, residenze sociali e sanitarie, centri diurni, riqualificazione di spazi pubblici volti a migliorare i servizi sociali per i cittadini; creazione di spazi di incontri socio-culturali per i giovani gestiti da associazioni di volontariato, utilizzo per fini istituzionali, compresa polizia locale, protezione civile. Gli amministratori comunali, consapevoli dell’importante occasione offerta dall’avviso sopra menzionato per l’individuazione di linee di finanziamento, attesi i vincoli di bilancio che spesso impediscono agli enti locali di sfruttare tali beni, hanno illustrato le relative iniziative e proposte. C’è stata anche la partecipazione del dirigente dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata di Reggio Calabria che ha consentito di superare alcune criticità legate all’espletamento di adempimenti formali richiesti ai fini della partecipazione al bando. Il prefetto, auspicando l’accoglimento delle proposte descritte e sollecitando altre iniziative nonostante i termini ristretti, ha concluso l’incontro affermando che “riappropriarsi dei beni sottratti alla criminalità organizzata e reinserirli nel circuito legale per soddisfare finalità sociali e istituzionali significa riaffermare la legalità nei territori di appartenenza spesso privi di spazi e luoghi a servizio della collettività”.

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